Durante la dittatura militare di Pinochet (dal 1973 al 1990) 55 bambini cileni sono stati sottratti alle loro madri alla nascita e venduti in Italia.

Lo rivelano dei dati inediti della polizia civile diffusi al Quarto Congresso della Fondazione madri e figli del silenzio. Sono in corso le indagini sulla sorte di questi bambini.

Il dato è stato diffuso in occasione della presentazione della campagna internazionale perla ricerca delle figlie e dei figli rubati durante la dittatura di Pinochet, stimati in oltre 20mila bambini inviati in Europa o Nord America, per adozione forzata o per tratta. La campagna ha lo scopo di fare pressione per l’avanzamento dell’inchiesta.

La direttrice della Fondazione, Marisol Rodríguez, ha sottolineato che «in 50 anni nessun governo ha cercato questi bambini», aggiungendo che la stragrande maggioranza di queste persone, ormai adulte, non ha fotografie perché si tratta di bimbi rapiti e venduti appena nati. Elemento, questo, che rende difficile se non impossibile la ricerca per le famiglie.

Secondo il registro della polizia, 178 bambini furono inviati in Svezia, 119 distribuiti nello stesso Cile, 90 negli Stati Uniti, 55 in Italia, 30 in Francia, e un numero minore in altri Paesi. Questi quelli di cui si ha certezza, perché il numero di bambini “venduti” sarebbe molto più alto, stimato in 20mila appunto.

(Unioneonline/L)

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