Il primo caso di trasmissione del coronavirus da un gatto all’uomo è stato documentato dai ricercatori thailandesi della Prince of Songkla University. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Emerging Infectious Diseases” e riporta la situazione del felino, appartenente a una famiglia positiva al virus, che avrebbe starnutito in faccia a una veterinaria, la quale poi è stata contagiata dalla variante Delta, la stessa dell’animale.

Che i gatti potessero essere infettati dall’uomo senza sviluppare sintomi gravi era già noto ma nessuno fino ad ora aveva dimostrato il contagio a senso inverso.

Nel resoconto degli esperti, padre e figlio di Bangkok erano ricoverati a Songklha e il gatto di casa, di 10 anni, è stato portato in una clinica per essere sottoposto al test, che è risultato positivo al virus. Nel corso della visita, avrebbe starnutito in faccia alla veterinaria, che indossava guanti e mascherina ma non aveva la protezione davanti agli occhi. Trascorso qualche giorno, la donna ha sviluppato la malattia senza però essere entrata in contatto con persone infette. Sottoposta all'analisi del genoma virale, si è scoperto che era stata contagiata da una versione della variante Delta che, in quel momento, non era diffusa a Songkhla, ma era uguale a quella del virus che aveva colpito il gatto e i suoi padroni.

"Sapevamo da due anni che era una delle possibilità", dice su Nature Angela Bosco-Lauth, esperta di malattie infettive della Colorado State University. Considerata la grande diffusione dei gatti come animali domestici, il fatto che ci sia voluto così tanto tempo per dimostrare questa eventualità potrebbe significare che il contagio da gatto a uomo non è poi così comune: quindi secondo gli esperti non c'è al momento alcun tipo di allarme, perché è ancora più probabile che il virus passi dall'uomo all'animale.  

(Unioneonline/s.s.)

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