La situazione è «così instabile che non poteva essere garantita la sicurezza del personale sul territorio». Per questo il Governo italiano ha richiamato i carabinieri che erano al lavoro a Gerico, città palestinese della Cisgiordania, per l’addestramento degli agenti di polizia  che avrebbero dovuto operare nel territorio della Striscia di Gaza. 

Tra i militari che stanno facendo rientro  anche Giampaolo Carparelli, tenente colonnello dell’Arma, partito dalla Sardegna, dove vive e lavora da decenni e dove ha messo su famiglia. L’ufficiale ha raccontato le ultime difficili ore durante la trasmissione della Rai In Mezz’ora, collegato dall’aeroporto di Pisa, appena atterrato dopo un viaggio dal dal Medio Oriente infuocato. 

I carabinieri ogni anno effettuano delle missioni in quei territori, per «addestrare la polizia palestinese», ha detto Carparelli,  «Diamo loro capacità più moderne, per affrontare le varie problematiche, che devono essere cogestite anche con le autorità israeliane. Trasmettiamo le tecniche di interazione con la popolazione». Insomma: in condizioni normali i carabinieri italiani spiegano ai poliziotti palestinesi come gestire al meglio le loro attività. 

Ma con l’attacco di Hamas del 7 ottobre e la controffensiva israeliana, con migliaia di morti,  tutto è precipitato: «Le forze israeliane hanno sigillato il West Bank, quindi era impossibile per gli allievi raggiungere le aree addestrative a Gerico», ha spiegato Carparelli, «da quel giorno le attività sono state ridotte al minimo. Gli israeliani, sostanzialmente, hanno chiuso tutte le principali città con dei check-point ed era difficile entrare e uscire anche per noi, riconosciuti dal governo di Tel Aviv. Figuriamoci cosa deve aver sofferto la popolazione». 

Gli analisti del Governo hanno deciso di non far correre ulteriori rischi al personale dell’Arma. E la missione di supporto, impossibile in quelle condizioni, è stata interrotta.   

(Unioneonline/E.Fr.)

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