La Francia a un passo dalla crisi di governo.

Dopo l'annuncio del premier Michel Barnier di ricorrere all'articolo 49.3 della costituzione per adottare il bilancio sul welfare – che consente al governo in carica di far passare un provvedimento (in questo caso la manovra finanziaria) senza discussione in aula ma ponendo la questione di fiducia – la France Insoumise (Lfi) di Jean Luc Mélenchon ha annunciato come previsto una "mozione di censura” (sfiducia) contro il governo.

A stretto giro, il Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen ha confermato che mercoledì voterà insieme alla sinistra per far cadere l’esecutivo. «Voteremo la censura», ha riferito su X il partito di estrema destra che dispone del maggior numero di deputati all'Assemblea Nazionale di Parigi. Un bacino che permetterà alla mozione della gauche di raccogliere oltre 300 voti, consentendo la sua adozione (fissata a 288 voti) e l'inesorabile caduta del governo Barnier, ad appena due mesi dal suo insediamento. 

Il premier si era impegnato a rinunciare alla sospensione dei rimborsi su alcuni medicinali, prevista nel progetto di manovra finanziaria del welfare 2025, accogliendo così un'altra delle rivendicazioni imposte dal Rassemblement National per non far cadere l'esecutivo. E nei giorni scorsi, era già andato incontro ad una delle principali richieste del partito lepenista, rinunciando all'aumento della tassa sulla corrente elettrica previsto nella manovra finanziaria.

Ma non è bastato: nella Francia logorata dallo scontro politico, il presidente Rn, Jordan Bardella, aveva confermato che «salvo un miracolo dell'ultimo minuto» il partito di estrema destra voterà insieme alle opposizioni di sinistra. «Le cose erano chiare – ribadisce oggi Le Pen -. Michel Barnier non ha voluto rispondere alle richieste degli 11 milioni di elettori del Rassemblement National. Voteremo per le mozioni di censura e in primo luogo per la nostra».

(Unioneonline)

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