Crisi di governo in Francia, Barnier all'Eliseo per dimettersi. Macron parla alle 20
Mr Brexit caduto sotto i colpi di sinistra ed estrema destra, il nome del successore atteso per le prossime orePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il primo ministro francese Michel Barnier, sfiduciato ieri sera dall'Assemblée Nationale, è all'Eliseo per presentare le dimissioni al capo dello Stato, Emmanuel Macron. Il presidente della Repubblica rientrato ieri sera dalla visita di stato in Arabia Saudita durata 3 giorni, si rivolgerà stasera ai francesi in tv, alle 20. Il successore di Barnier dovrebbe essere nominato nelle prossime ore.
Mr Brexit è durato soltanto tre mesi: ieri, come ampiamente anticipato, è caduto sotto i colpi delle opposizioni di sinistra e di estrema destra, che hanno votato compatte la sfiducia. Un risultato annunciato che precipita la Francia nella crisi e nel caos finanziario, e pone ancora una volta il presidente Emmanuel Macron - del quale sia la France Insoumise sia il Rassemblement National di Marine Le Pen chiedono le dimissioni - in un vicolo cieco.
Le Pen, pur confermando che Macron «deve dimettersi», ha anticipato che lascerà lavorare il nuovo premier ad una manovra finanziaria. Risoluta Mathilde Panot, capogruppo dei deputati de La France Insoumise: «Macron se ne vada, noi siamo pronti ad andare al potere con un programma di rottura con il passato». Il capo dell'Eliseo, che martedì aveva accusato Le Pen di «insostenibile cinismo» per l'alleanza con la gauche pur di affossare il governo, è atterrato a Parigi mentre Barnier si commuoveva alla fine del suo ultimo discorso davanti ai deputati. Ai partiti che l'hanno voluto far cadere, il premier ha lanciato un messaggio pesante: «La gravità della situazione economica e la verità si imporranno a qualsiasi nuovo governo».
È la seconda volta nella Quinta repubblica che un esecutivo viene sfiduciato da un'alleanza delle opposizioni, talmente compatte nella manovra a tenaglia da non perdere per strada neppure un voto (331 i favorevoli alla mozione di censura della sinistra, ne bastavano 289). Per ritrovare il precedente bisogna risalire indietro di 62 anni, nel 1962, quando ad essere costretto alle dimissioni fu Georges Pompidou, futuro presidente della Repubblica.
Si apre dunque uno scenario di ulteriore incertezza in Francia, già fisiologicamente senza più una maggioranza assoluta da quando Emmanuel Macron ha sciolto il Parlamento il 9 giugno, la sera della sconfitta alle Europee. Un'incertezza politica ed economica che si propaga anche all'Europa, già alle prese con una Germania indebolita.
(Unioneonline)