“Ogni giorno il Covid cancella un villaggio della Romania”. Con queste parole Catalin Cirstoiu, a capo dell'ospedale di emergenza dell'università di Bucarest, ha commentato gli ultimi, pesantissimi dati sull’epidemia di coronavirus nel Paese dell’Est europeo.

Proprio a Bucarest, ma non solo, gli obitori sono pieni di vittime mietute dal Covid e i reparti di terapia intensiva sono vicini al collasso, al punto che molti pazienti vengono trasferiti in altri Stati europei (l’Italia ne ha solo in questi giorni accolti sei).

I numeri della pandemia in Romania sono spaventosi soprattutto per quel che riguarda le vittime: la media settimanale di decessi Covid per milione di abitanti ha infatti raggiunto quota 23,7, rispetto a una media Ue di 3,1.

I contagi giornalieri sono quasi settemila, ma in uno negli ultimi report i morti giornalieri sono arrivati a toccare addirittura quota 400.

Non vanno meglio le cose nella vicina Bulgaria, dove si registrano 22,8 vittime per milione di abitanti, quasi 170 al giorno guardando la media dell’ultima settimana. 

Per gli esperti la causa di questa recrudescenza è da imputarsi senza dubbio alla lentezza con cui sta proseguendo nei due Paesi nella campagna vaccinale. Nonostante l'ampia disponibilità di dosi, infatti, Romania e Bulgaria sono agli ultimi posti per somministrazioni: solo il 34,5% degli abitanti della Romania e solo il 23% di quelli della Bulgaria ha ricevuto due vaccinazioni, contro una media Ue del 65,2%.

Ma perché in Romania e Bulgaria si vaccina così poco? Sia per la lentezza della macchina sanitaria sia per la lacunosa situazione della Sanità in molte province. Il problema, però, risiederebbe anche nella poca alfabetizzazione e dalla propaganda No Vax di molti personaggi noti, sia politici che ecclesiastici, che spesso fa addirittura riferimento a superstizioni o comunque a teorie non scientifiche, che influenzano sensibilmente gli abitanti, spingendoli a diffidare del vaccino. Basti pensare un vescovo della chiesa ortodossa romena è stato recentemente indagato proprio con l’accusa di aver fatto disinformazione sul Covid.

In base ai dati delle autorità sanitarie dei due Stati, d’altronde, la maggior parte dei contagiati e delle vittime si registra tra non vaccinati. Ma, come sottolineato alle agenzie di stampa da Valeriu Gheorghita, coordinatore della campagna di vaccinazione in Romania, è” difficile andare contro la convinzione di molti anziani che, quando gli proponi il vaccino, rispondono: ‘Alla mia età vivrò finché mi sarà concesso’”. 

D’altro canto, nel contenimento dei contagi, al momento non stanno sortendo effetti, se non blandi, le misure restrittive adottate dai governi. Quello romeno, ad esempio, ha introdotto due settimane fa il coprifuoco alle 22 e l'obbligo dei certificati di vaccinazione per andare in palestra, al cinema o nei centri commerciali. Ma senza un’accelerazione della campagna vaccinale la situazione continua a restare fuori controllo.

(Unioneonline/l.f.) 

© Riproduzione riservata