Dopo due settimane di intensi negoziati collettivi sulla crisi climatica, i 198 Paesi partecipanti a Dubai alla 28ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici hanno approvato il “Global Stocktake”, bilancio degli impegni che comprende le azioni per ridurre le emissioni di gas serra e che per la prima volta mette nero su bianco l'obiettivo di arrivare a zero emissioni nette al 2050.

Una sorta di “percorso” equo, che però raccoglie gli accordi di Parigi: ovvero rafforzare l'azione sul clima per contenere l'aumento della temperatura e garantire di non superare il limite (precedentemente concordato) di un grado e mezzo della temperatura media rispetto ai livelli preindustriali.

L'approvazione è stata accolta con un applauso.

Per il presidente della Cop28 al Jaber è un «accordo storico» che per la prima volta cita nel testo i combustibili fossili e pone «le basi per la trasformazione».

La Cop28 è «una ragione per essere ottimisti in mondo di conflitti, in Ucraina e in Medio Oriente», il commento dell'inviato Usa per il clima, John Kerry. Per il ministro italiano Pichetto Fratin l'intesa rappresenta un «compromesso bilanciato e accettabile per questa fase storica».

I SETTE PUNTI – Il Global stocktake contiene le indicazioni da seguire per «mantenere vivo» l'obiettivo di un aumento di non più di 1,5 gradi di riscaldamento globale entro fine secolo rispetto ai livelli pre-industriali e come suggerito dalla scienza per evitare eventi meteo catastrofici.

Sette i punti da cui è composto:

- fuoriuscire (transition away) dai combustibili fossili e accelerare questa azione in questo decennio per raggiungere zero emissioni nette di carbonio nel 2050;

- triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale e raddoppiare la media globale del tasso annuo di miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030;

- accelerare gli sforzi verso la diminuzione graduale dell'energia prodotta dal carbone non abbattuto, ovvero senza tecnologia di cattura e stoccaggio;

- accelerare gli sforzi a livello globale verso sistemi energetici a zero emissioni nette, utilizzando combustibili a zero e a basso contenuto di carbonio ben prima o intorno alla metà del secolo;

- accelerare nelle tecnologie a zero e a basse emissioni, tra cui, tra l'altro, energie rinnovabili, nucleare, tecnologie di abbattimento e rimozione come la cattura del carbonio e utilizzo e stoccaggio, in particolare nei settori difficili da abbattere, e nella produzione idrogeno a basse emissioni di carbonio;

- accelerare e ridurre sostanzialmente le emissioni di biossido di carbonio a livello globale, comprese in particolare le emissioni di metano entro il 2030;

- accelerare la riduzione delle emissioni derivanti dal trasporto stradale su una serie di percorsi, anche attraverso lo sviluppo delle infrastrutture e la rapida diffusione di veicoli a zero e a basse emissioni;

- eliminare gradualmente gli inefficienti sussidi ai combustibili fossili che non affrontano la povertà energetica o semplicemente transizioni, nel più breve tempo possibile.

(Unioneonline/v.l.)

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