"Il tempo sta scadendo: abbiamo fatto significativi progressi dall'accordo di Parigi ma dobbiamo fare di più", sia "collettivamente che individualmente": così Barack Obama ha aperto il suo atteso intervento alla CoP26 di Glasgow. 

L’allarme arriva dai piccoli Stati isolani, ed è un po’ come quello un tempo "nelle miniere di carbone dei canarini per segnalare fughe di gas e sciagure incombenti”.

"In molti modi le isole sono come il canarino in miniera, in questa situazione. Ci stanno mandando un messaggio: se non agiamo, sarà troppo tardi. Tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere, tutti abbiamo un lavoro da compiere, tutti abbiamo sacrifici da fare. Noi che siamo più ricchi abbiamo contribuito ad aggravare il problema e quindi abbiamo ora un peso in più da sostenere per aiutare e assistere i più vulnerabili" di fronte agli effetti della crisi climatica.

Obama, che è stato protagonista della conferenza Onu fallita a Copenaghen e di quella parzialmente riuscita a Parigi nel 2015, ha sottolineato come negli anni trascorsi da Parigi diversi impegni siano rimasti solo sulla carta: “In questi anni non si è fatto abbastanza”, ha tagliato corto, “la maggior parte dei Paesi non è riuscita a soddisfare i piani stabiliti sei anni fa”.

L’ex presidente ha espresso apprezzamento per l’approvazione al Congresso del piano di Joe Biden sulle infrastrutture e si è detto fiducioso che nelle prossime settimane sia approvato anche quello per welfare e clima.

E ha attaccato Russia e Cina (“Scoraggiante la loro assenza”) e Donald Trump: "Negli Stati Uniti, alcuni dei nostri progressi sulla lotta al cambiamento climatico si sono fermati quando il mio successore ha deciso di ritirarsi unilateralmente dall'Accordo di Parigi nel suo primo anno di mandato". Obama ha espresso rammarico per “i quattro anni di ostilità nei confronti della scienza del clima” di Trump e per il suo “negazionismo climatico”. Ma c’è preoccupazione ancor più profonda e ampia sul fatto che “la politica di tutto il mondo non è all’altezza di ciò che deve essere fatto per salvare il pianeta”.

Ma l’ex presidente Usa, pur lodando il movimento giovanile che si sta battendo contro il surriscaldamento climatico, deve incassare l’attacco dell’attivista Vanessa Nakate: “Quando avevo 13 anni, nel 2009, avevi promesso 100 miliardi di dollari per finanziare la lotta al cambiamento climatico. Gli Stati Uniti hanno tradito le loro promesse, questo costerà perdite di vite umane in Africa”, ha scritto su Twitter postando un vecchio video in cui Obama interveniva alla Cop15 assicurando politiche per combattere il cambiamento climatico. "Il paese più ricco della Terra non contribuisce abbastanza ai fondi salvavita", ha aggiunto l'attivista attaccando: "Tu vuoi incontrare i giovani della CoP26. Noi vogliamo i fatti". 

(Unioneonline/L)

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