La riunificazione con Taiwan "ci sarà". Lo ha assicurato la Cina manifestando tutta la sua rabbia per la visita della delegazione del Senato americano sull'isola che ritiene "parte inalienabile" del suo territorio.

Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha minacciato l’adozione di "misure efficaci a tutela della sovranità e dell'integrità" della nazione, esprimendo al tempo stesso la "ferma opposizione" di Pechino ad ogni scambio ufficiale tra Taipei e Washington.

Lanciato anche un segnale a Washington: durante la visita della delegazione del Senato l'Esercito popolare di liberazione ha tenuto a sorpresa manovre di pattugliamento intorno a Taiwan e nel mar Cinese orientale avendo "come obiettivo gli Usa che inviano segnali sbagliati" alle forze indipendentiste di Taipei.

Sono stati schierati cacciatorpedinieri, navi militari e sei jet - che hanno violato la zona di difesa aerea taiwanese - come prova di forza contro "il cattivo comportamento e i trucchi degli Stati Uniti che sono del tutto futili e pericolosi. Coloro che giocano col fuoco si bruceranno", ha ammonito Shi Yi, portavoce del Comando del teatro orientale delle forze armate cinesi.

Lo scenario sfumato domenica scorsa, quando la visita a Taipei di Nancy Pelosi è stata rinviata per la sua positività al Covid, si è insomma materializzato oggi quando sei senatori guidati dal presidente della Commissione Esteri, il democratico Bob Menendez, e dal repubblicano Lindsey Graham, un falco anti-Pechino, sono stati accolti con tutti gli onori dalla presidente Tsai Ing-wen.

La Cina ha promesso di prendere il possesso di Taiwan anche con la forza, se necessario, e l’invasione russa dell’Ucraina ha accresciuto i timori di un’azione militare di Pechino con annessione di Taiwan.

La sicurezza dell’isola ha ripercussioni globali in quanto Taiwan produce il 90% dei semiconduttori di alta fascia. "La comunità internazionale non permetterà che possano esserci impatti negativi perché sono coinvolti gli interessi del mondo", ha messo in guardia Menendez. Mentre il falco Graham sostiene che Pechino debba pagare un "prezzo maggiore" per il sostegno a Mosca.

Come gran parte delle nazioni, gli Usa riconoscono diplomaticamente Pechino, ma mantengono anche legami con Taipei e sono vincolati da un atto del Congresso per garantire all'isola tutti i mezzi per la sua difesa.

(Unioneonline/L)

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