Si parla spesso della linea dura di Pechino nella lotta al Covid, che ha consentito alla Cina di non risentire degli effetti della pandemia ai livelli delle democrazie occidentali.

In alcuni casi, tuttavia, si esagera e si va decisamente oltre. Ha suscitato orrore, sgomento e indignazione un video condiviso su Weibo, sito di microblogging cinese, da una persona in quarantena a cui le autorità hanno ucciso il cane, un piccolo corgie.

Siamo a Shiangrao, provincia di Jiangxi, sud est della Cina. Il cagnolino viene svegliato di colpo da forti rumori fuori dalla porta di casa, esce dalla cuccia e si nasconde sotto il tavolo. Arrivano due uomini con tute e visiere anti-Covid, entrano in casa con un sacchetto giallo e un piede di porco.

"Il capo ha detto che dobbiamo sistemare la cosa direttamente qui, sul posto no?", chiede uno. "Sì", risponde l'altro, che prende il piede di porco e lo usa per far uscire il cane da sotto al tavolo. L’animale, spaventato, scappa ed esce dall’inquadratura. Sono i suoi ultimi momenti di vita, ripresi da una telecamera di sicurezza e condivisi dalla padrona dell’animale, che è stato ucciso.

Il filmato è diventato il simbolo della linea durissima adottata da Pechino nel tentativo di raggiungere il traguardo “zero casi”. La proprietaria era stata costretta alla quarantena dopo la scoperta di un focolaio nella sua città, nonostante lei fosse negativa al test. Era stata rassicurata che nessuno avrebbe preso e ucciso il cane, che è stato invece barbaramente abbattuto con un colpo alla testa.

Non è la prima volta che vengono uccisi gli animali domestici, è successo anche a tre gatti che erano risultati positivi al virus, abbattuti senza il consenso del loro proprietario, che era in quarantena in ospedale.

Ora Pechino sta spingendo molto sulla campagna vaccinale: ha già vaccinato oltre il 75% dei suoi 1,4 miliardi di abitanti, e mira a vaccinare tutti i bambini fra i 3 e gli 11 anni.

(Unioneonline/L)

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