All'indomani della scarcerazione di Carles Puigdemont, arrestato ad Alghero giovedì scorso sulla base di un mandato di arresto europeo, Madrid e Barcellona tentano di non far saltare il tavolo del dialogo riallacciato dieci giorni fa.

"Dopo lo shock di giovedì sera, il governo spagnolo e Erc, i due alleati chiave nel processo di dialogo avviato per cercare una soluzione al conflitto in Catalogna, venerdì hanno respirato un po' più di sollievo", scrive El Pais.

"I primi contatti discreti e alcune dichiarazioni pubbliche dei leader", gli indipendentisti Pere Aragones e Oriol Junquera, e il premier Pedro Sanchez, "chiariscono che tutti stanno cercando di proteggere il dialogo sul futuro della Catalogna e il negoziato sul bilancio e isolarli dalla crisi scatenata dall'arresto di Puigdemont. Qual è l'alternativa?, ripetono in privato i vertici di Erc, e lo stesso Junqueras in pubblico".

"Nessuno degli interpellati, né in Esecutivo né in Erc – continua il quotidiano - nega che la situazione sia molto delicata e che quest'ultima crisi dovuta all'arresto di Puigdemont in Sardegna complichi ancora di più le cose, ma la decisione di consolidare la legislatura e puntare sul tavolo del dialogo è strategica e non può cambiare per quanti incidenti ci siano lungo il cammino, sottolineano".

La situazione diventerebbe "esplosiva e difficile da prevedere" nel caso che Puigdemont venisse estradato in Spagna, dove è accusato di eversione per il referendum sull'indipendenza del primo ottobre 2017, ma tale scenario risulta "ormai improbabile". Puigdemont per il momento è libero di lasciare la Sardegna e l'Italia: la Corte d'Appello di Sassari non ha previsto restrizioni, anche se l'udienza per decidere l'estradizione è stata fissata per il 4 ottobre. 

(Unioneonline/D)

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