Cameriere sardo travolto e ucciso da un’auto della polizia, i familiari: “Vogliamo giustizia”
Nicola, fratello della vittima, Mario Decandia, 36enne di Tempio: “Nell’inchiesta ci sono zone d’ombra che devono essere chiarite”I familiari di Mario Decandia, il cameriere 36enne di Tempio Pausania, con radici a Luras, travolto e ucciso da un'auto della polizia a Palma de Maiorca mentre tornava a casa dopo il lavoro, chiedono “giustizia”.
"Il nostro interesse in questo momento è portare Mario a casa - dice Nicola Decandia, il fratello della vittima - ma sui giornali locali abbiamo letto un sacco di notizie, alcune contraddittorie. Ci sono zone d'ombra in questa inchiesta. La prima è come mai, come riferiscono alcuni testimoni, i poliziotti arrivati sul luogo dell'incidente si siano presi la premura di perquisire l'auto dei colleghi. Anche il dettaglio rispetto alle luci di emergenza e delle sirene accese o spente non è chiaro".
I familiari del cameriere rimarcano con forza di non avere niente contro le autorità straniere. "Non proviamo odio per quanto è successo - riprende Nicola Decandia - ma soltanto tanto dolore per aver perso il nostro caro Mario. Questo, però, non significa che rinunciamo a volere un'indagine accurata. Chiediamo risposte chiare basate su accertamenti rigorosi. E le domande cui vogliamo risposta sono tante. Se c'è dolo, colpa o imperizia, vogliamo che sia scritto. Che chi ha sbagliato si assuma le proprie responsabilità. Per me c'è una colpa palese, e non vorrei che finisse tutto sotto il tappeto".
E ancora: "Sarebbe interessante capire a che punto è l'indagine, e se dopo l'alcoltest sul posto i colleghi della Polizia locale abbiano fatto anche le analisi del sangue in ospedale al loro collega che guidava il mezzo. Ecco chiediamo che venga fatta piena chiarezza. Nessuno ci restituirà Mario, ma se c'è qualcuno che ha sbagliato deve assumersi le proprie responsabilità".
Negli ultimi giorni la famiglia del 36enne è stata ricoperta di dimostrazioni di affetto e vicinanza. "Ci sono persone che hanno fatto tanto per la nostra famiglia - conclude il fratello della vittima - come l'azienda per la quale lavorava Mario, che ci ha supportato mettendoci a disposizione un avvocato del posto. E poi anche le istituzioni italiane sul posto ci stanno aiutando in tutto e per tutto".
(Unioneonline/l.f.)