Un nuovo ritrovamento, in Ucraina, costringe ancora una volta a tenere lo sguardo puntato sugli orrori della guerra, che non si ferma.

Camere di detenzione e di tortura per i prigionieri più giovani, ragazzi adolescenti e praticamente bambini, create a Kherson e a Kharkiv dai russi durante l'occupazione. La denuncia è del commissario per i diritti umani della Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) Dmitry Lubinets.

E la barbarie della guerra non si fermerà a Natale e Capodanno, una tregua non è nell’agenda di Mosca: «Tale argomento non è all’ordine del giorno e nessuna proposta è stata ricevuta», ha tagliato corto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.

Continuano intanto a piovere droni e missili su Kiev: tredici in tutto, «tutti abbattuti dalle difese aeree ucraine», ha detto Zelensky. La difesa ucraina si potrebbe ulteriormente rafforzare grazie all’invio di Patriot americani: la Casa Bianca non ha ancora confermato la consegna, ma il Cremlino ha già fatto sapere che se venissero forniti alle forze ucraine, per Mosca diventerebbero «obiettivi legittimi».

Le camere di tortura, dicevamo. Quella segnalata nella regione di Kherson veniva chiamata la “cella dei bambini”. Lì dentro sevizie fisiche – poca acqua e quasi niente cibo – e psicologiche, ai bambini veniva detto che erano stati abbandonati dai loro genitori e che non sarebbero più tornati a casa.

Lubinets ha raccontato la storia di un ragazzo di 14 anni che sarebbe stato arrestato e torturato solo per aver scattato una foto di attrezzature russe fuori uso. Poi a Kharkiv, ha aggiunto, «ho visto personalmente due camere di tortura a Balakleya, erano una di fronte all'altra. Un ragazzo ci è rimasto 90 giorni. Ha raccontato di aver subito tagli con un coltello, di essere stato ustionato con metallo incandescente, lo hanno terrorizzato sparandogli sopra la testa».

(Unioneonline/L)

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