Svolta in Vaticano: Papa Francesco ha stabilito che il Tribunale vaticano di primo grado sarà competente anche per i processi penali riguardanti cardinali e vescovi, i cui giudizi non saranno più di sola competenza della Corte di Cassazione.

Lo ha deciso con una nuova Lettera apostolica in forma di Motu proprio, pubblicata oggi, "recante modifiche in tema di competenza degli organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano".

IL DOCUMENTO – Il documento del Pontefice, in vigore da domani, modifica due articoli della Legge sull'ordinamento giudiziario vaticano del 16 marzo 2020, n. CCCLI: l'art. 6, sulle competenze del Tribunale, che assumerà le cause di cardinali e vescovi "previo assenso del Sommo Pontefice", mentre l'art. 24 sulla riserva di competenza della Corte di Cassazione a giudicare su cardinali e vescovi viene abolito.

"Secondo la Costituzione conciliare Lumen Gentium, nella Chiesa tutti sono chiamati alla santità e hanno ugualmente la bella sorte della fede per la giustizia di Dio; infatti, 'vige tra tutti una vera eguaglianza riguardo alla dignità e all'azione comune a tutti i fedeli nell'edificare il Corpo di Cristo' (n. 32) - scrive il Papa nella Lettera apostolica -. Anche nella costituzione Gaudium et Spes si afferma che 'tutti gli uomini hanno la stessa natura e la medesima origine; tutti, da Cristo redenti, godono della stessa vocazione e del medesimo destino divino; è necessario perciò riconoscere ognor più la fondamentale uguaglianza fra tutti' (n. 29)". "Principio pienamente recepito nel codice di diritto canonico del 1983, che al canone 208 stabilisce: 'fra tutti i fedeli [...] sussiste una vera eguaglianza nella dignità e nell'agire [...]'", puntualizza il Pontefice.

Secondo Francesco, "la consapevolezza di tali valori e princìpi, progressivamente maturata nella comunità ecclesiale, sollecita oggi un sempre più adeguato conformarsi ad essi anche dell'ordinamento vaticano". In tal senso, "nel recente discorso di apertura dell'Anno giudiziario ho inteso richiamare la 'prioritaria esigenza, che - anche mediante opportune modifiche normative - nel sistema processuale vigente emerga la eguaglianza tra tutti i membri della Chiesa e la loro pari dignità e posizione, senza privilegi risalenti nel tempo e non più consoni alle responsabilità che a ciascuno competono nella 'aedificatio Ecclesiae'; il che richiede non solo solidità di fede e di comportamenti, ma anche esemplarità di contegno ed azioni'".

"Muovendo da queste considerazioni - conclude il Papa -, e fermo quanto disposto dal diritto universale per alcune specifiche fattispecie espressamente indicate, si avverte oggi l'esigenza di procedere ad alcune ulteriori modifiche dell'ordinamento giudiziario dello Stato della Città del Vaticano, anche al fine di assicurare a tutti un giudizio articolato in più gradi ed in linea con le dinamiche seguite dalle più avanzate esperienze giuridiche a livello internazionale".

(Unioneonline/D)

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