Un atto d'accusa in piena regola sulla gestione iniziale dell'emergenza Covid nel Regno Unito, che chiama in causa il governo conservatore di Boris Johnson e alcuni suoi consulenti scientifici di chiara fama.

Ritardi o scelte sbagliate che hanno contribuito ad appesantire con migliaia di vittime in più il bilancio della pandemia nell’Isola, giunto a circa 150mila decessi, in cifra assoluta il dato più alto d’Europa.

Questo il contenuto di un rapporto parlamentare bipartisan, redatto da deputati di maggioranza e opposizione delle commissioni Sanità e Scienza e Tecnica della Camera dei comuni, diffuso oggi in Gran Bretagna.

Il rapporto concede qualche alibi a BoJo e gli riconosce meriti per le fasi successive della sfida, a partire dal successo della campagna vaccinale. Ma non fa sconti sugli errori iniziali imputati al premier e al suo entourage, causa di “uno dei peggiori fallimenti mai registrati sul fronte della salute pubblica nazionale”.

Il governo, mal consigliato da alcuni scienziati di riferimento ma anche sordo ai dubbi di tanti altri esperti, è stato colpevole davanti ai primi chiari segnali della minaccia di aver coltivato l’illusione di poter “gestire il contagio” e stimolare una fantomatica immunità di gregge anticipata.

A questo approccio è dovuto il ritardo “di almeno un paio di settimane” nell’adozione del lockdown sulla base delle indicazioni dell’Os e dell’esperienza di altri Paesi già colpiti come l’Italia.

Un ritardo che il Regno ha pagato in termini di “vite umane perdute”, con uno scenario “significativamente peggiore” rispetto ad altre nazioni e suggellato da episodi come la partita Liverpool-Atletico Madrid, autorizzata a metà marzo 2020 e che causò un mega-focolaio di 50mila persone.

Nelle 150 pagine del rapporto si evidenzia pure la sottovalutazione in un primo momento dell'impatto del virus sulle case di riposo, divenute in molti casi focolai micidiali d'infezione con esiti inevitabilmente mortali per migliaia di persone anziane e vulnerabili. E vengono denunciate inoltre le lacune iniziali del servizio sanitario (Nhs), i ritardi nelle prime forniture di materiale protettivo per medici e infermieri, quelli sulla realizzazione di un sistema di test e tracciamento efficace.

I presidenti delle due commissioni coinvolte nell'indagine, gli ex ministri Tory Jeremy Hunt e Greg Clark, hanno stemperato le critiche riconoscendo come la pandemia sia stata “la più grande sfida” mai affrontata in tempo di pace. Ma resta un pesante atto d’accusa bipartisan nei confronti del governo conservatore.

(Unioneonline/L)

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