Occhiali scuri e pizzetto, Cesare Battisti camminava tranquillo per le strade di Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, quando è stato catturato.

Addosso una maglietta nera e un paio di jeans, l'ex terrorista dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, marciava ciondolante tra i negozi pochi istanti prima che fosse fermato dalla polizia boliviana, dopo il pedinamento del team di poliziotti di Criminalpol, Antiterrorismo e Digos Milano, con la collaborazione dell'intelligence italiana: una squadra speciale che da settimane aveva ristretto il campo delle ricerche proprio lì, a Santa Cruz de la Sierra.

In tasca la sua carta d'identità: Cesare Battisti, nato il 18 gennaio del 1954 a Cisterna di Latina. Quando si è visto riconosciuto e arrestato, non ha opposto resistenza e non ha detto una parola.

A tradirlo, sembra, una vicina di casa, che l'ha riconosciuto dopo aver visionato un identikit.

Ma i detective l'hanno rintracciato anche grazie ad alcuni accessi ai propri account telefonici e informatici.

Le immagini che la polizia brasiliana aveva diffuso in merito ai possibili travestimenti di Cesare Battisti (Ansa)
Le immagini che la polizia brasiliana aveva diffuso in merito ai possibili travestimenti di Cesare Battisti (Ansa)
Le immagini che la polizia brasiliana aveva diffuso in merito ai possibili travestimenti di Cesare Battisti (Ansa)
La foto diffusa dalla polizia (da Twitter)
La foto diffusa dalla polizia (da Twitter)
La foto diffusa dalla polizia (da Twitter)
La vita in Brasile
La vita in Brasile
La vita in Brasile
Durante un'intervista
Durante un'intervista
Durante un'intervista
Nel 2017
Nel 2017
Nel 2017
In un aeroporto
In un aeroporto
In un aeroporto
Nel 2003
Nel 2003
Nel 2003
Cesare Battisti
Cesare Battisti
Cesare Battisti
L'ex terrorista
L'ex terrorista
L'ex terrorista
Da sinistra: Pierluigi Torregiani e Lino Sabbadin, due delle persone per la cui morte Battisti è stato condannato
Da sinistra: Pierluigi Torregiani e Lino Sabbadin, due delle persone per la cui morte Battisti è stato condannato
Da sinistra: Pierluigi Torregiani e Lino Sabbadin, due delle persone per la cui morte Battisti è stato condannato
Antonio Santoro e Andrea Campagna, uccisi entrambi nel 1978
Antonio Santoro e Andrea Campagna, uccisi entrambi nel 1978
Antonio Santoro e Andrea Campagna, uccisi entrambi nel 1978
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Condannato in contumacia per la partecipazione a quattro omicidi, e dopo una lunga latitanza tra Francia, Messico e infine Brasile, a dicembre 2018 gli era stato revocato lo status di residente permanente in Brasile (che gli aveva concesso Lula da Silva) e l'allora presidente Michel Temer aveva sbloccato la situazione dando l'ordine di estradizione. Da quel momento però si era reso non rintracciabile.

Poi la svolta nelle indagini, che ha portato all'arresto.

Nella serata di domenica l'ex terrorista si è imbarcato, accompagnato dagli agenti, a bordo dell'aereo alla volta dell'Italia.

Lo aspetta il carcere di Rebibbia, dove inizierà a scontare la sua pena.

Due foto scattate dalla Polizia subito dopo l'arresto di Battisti in Bolivia
Due foto scattate dalla Polizia subito dopo l'arresto di Battisti in Bolivia
Due foto scattate dalla Polizia subito dopo l'arresto di Battisti in Bolivia

LE REAZIONI - Esulta il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ha ringraziato le forze dell'ordine, e il neopresidente brasiliano, Jair Bolsonaro.

"Congratulazioni e conti sempre su di noi!", gli ha risposto quest'ultimo.

Battisti, ha aggiunto, "è un infame, un delinquente, un vigliacco che merita di finire i suoi giorni in galera". "Spero che (dalla sua parte, ndr.) non ci sia qualche cantante, qualche politico o intellettuale".

Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso "la sua soddisfazione per l'arresto in Bolivia del latitante Cesare Battisti", augurandosi che "venga prontamente consegnato alla giustizia italiana, affinché sconti la pena per i gravi crimini di cui si è macchiato in Italia e che lo stesso avvenga per tutti i latitanti fuggiti all'estero".

(Unioneonline/D-l.f.)
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