Un giornalista americano detenuto in Birmania dallo scorso maggio, Danny Fenster, è stato condannato a 11 anni di carcere con l'accusa di associazione illecita, istigazione e violazione delle regole sui visti.

"Siamo profondamente delusi dalla decisione", si legge in una nota del giornale per cui lavora.

Fenster è stato incriminato per tre capi di imputazione: incitamento al dissenso, associazione illegale, violazione della legge sull'immigrazione. In un procedimento separato, è anche accusato di terrorismo e sedizione e rischia l'ergastolo.

Arrestato all'aeroporto internazionale di Yangon mentre cercava di lasciare il Paese il 24 maggio, quasi quattro mesi dopo il colpo di stato militare contro l'ex leader Aung San Suu Kyi, da allora è detenuto nella prigione di Insein a Yangon con molti prigionieri politici. Il suo processo si è svolto a porte chiuse all'interno dei confini dell'istituto penitenziario.

La Birmania dal golpe del primo febbraio che ha posto fine a una parentesi democratica di 10 anni è nel caos. Il regime continua una sanguinosa repressione dei suoi oppositori con oltre 1.250 civili uccisi e più di 7.000 arrestati, secondo l'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici, una Ong locale che denuncia casi di tortura, stupro e abusi ed esecuzioni extragiudiziali.

(Unioneonline/D)

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