Sette anni fa i cittadini britannici sceglievano di abbandonare l’Unione Europea.

Il 23 giugno 2016 andava infatti in scena il referendum indetto dall’allora governo conservatore guidato dal premier David Cameron per decidere il futuro del Regno Unito.

Il sì alla Brexit trionfò con quasi il 52% dei consensi e Londra iniziò l’iter di distacco dall’Ue, completato il 24 gennaio 2020.

Un anniversario che quest’anno arriva pochi giorni dopo la decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea di rigettare in via definitiva i ricorsi presentati da alcuni cittadini britannici proprio contro la Brexit per contestare la perdita dei loro diritti di cittadini europei a seguito del divorzio con l'Ue.

Secondo i giudici di Lussemburgo, la perdita dello status di cittadini dell'Unione e dei diritti correlati è infatti «una conseguenza automatica della sola decisione adottata dal Regno Unito».

Nel loro pronunciamento, i giudici di Lussemburgo hanno ricordato che «la decisione di recedere ricade esclusivamente nella sfera di volontà dello Stato membro interessato, nel rispetto delle sue norme costituzionali, e dipende quindi unicamente da una sua scelta sovrana».

(Unioneonline/l.f.)

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