Avrebbero distratto quasi 1,9 milioni di euro dai conti dell’Unitalsi – storica associazione nazionale che assiste uomini, donne e bambini malati e disabili, dando loro sostegno e alloggio in case e organizzando anche pellegrinaggi a Lourdes, utilizzandoli per spese personali, tra cui l’acquisto di una villa nel Sud Sardegna. 

A finire al centro di un’inchiesta giudiziaria portata avanti dalla Procura di Roma due responsabili della sezione capitolina dell’associazione, Alessandro Pinna ed Emanuele Trancalini, rinviati a giudizio nei giorni scorsi. Secondo le indagini – iniziate nel 2018 dopo la denuncia della presidentessa di Unitalsi Lazio Preziosa Terrinoni – i due avrebbero ripetutamente preso dalla cassa di Unitalsi somme di denaro, attraverso “fittizie giustificazioni”, girandoli su conti correnti propri o di parenti. 

Del caso si sono occupate in questi giorni Le Iene, in un servizio di Veronica Ruggeri, che ha raggiunto Pinna e Trancalini, chiedendo loro conto delle accuse. 

“Al processo uscirà fuori tutto”, si è difeso Pinna, spiegando che lui era solo “l’ultima ruota del carro” e che le somme prelevate venivano utilizzate per rimborsare spese sostenute per Unitalsi, la quale, per anni, non avrebbe mai contestato alla loro sezione alcuna spesa.

Sulla stessa lunghezza d’onda Trancalini, che parlando con la Ruggeri, ha sottolineato come l’attività in Unitalsi non fosse per lui solo volontariato, ma “volontariato e lavoro”, spiegando inoltre che la villa in Sardegna, a lui intestata, “è stata pagata con un mutuo”.

Dal canto proprio, ai microfoni delle Iene, Unitalsi ha precisato come l’attività dei volontari è da sempre all’insegna della “gratuità”, sottolineando inoltre che la vicenda ha causato un “grande dolore, che questa associazione non merita”.

(Unioneonline/l.f.)

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