Non c'è ancora accordo sul nuovo decreto anti-Covid che dovrebbe essere diffuso nelle prossime ore. Limitare la diffusione del virus è la priorità ma è alta la preoccupazione di una nuova crisi per il mondo del lavoro, prima di tutto per ristoranti e palestre.

Su qualche punto certezze già ci sono: si alzano le percentuali di lavoratori in smartworking, fino al 70-75%, e ci sarà un'ulteriore stretta sulla movida intervenendo, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza in un vertice con i governatori, su alcune attività "non essenziali".

Quanto questo possa gravare su ristoranti e locali in genere, lo si è discusso in queste ore nel corso di un vertice tra governo e Regioni. Le decisioni finali verranno poi comunicate dal premier in tv in serata.

BAR E RISTORANTI - "Non mi pare però che i ristoranti e gli esercizi che assicurino posti a sedere nel rispetto dei protocolli debbano rientrare nella categoria dei locali dove ci sono assembramenti", spiega il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, chiedendo anche garanzie per il ristoro di quei settori toccati dai provvedimenti.

"Stiamo lavorando - aggiunge il presidente della Liguria, Giovanni Toti - ad interventi che al momento escludono il coprifuoco modello francese e ulteriori strette a bar e ristorazione, che però devono continuare a rispettare le regole con grandissimo rigore". No anche dal governatore del Piemonte, Alberto Cirio, che aggiunge: "Di fronte all'ipotesi di coprifuoco difendo la scelta di tenere aperte le attività economiche fino alle 24".

IL COPRIFUOCO - Non c'è convergenza dunque sulla chiusura dei locali, che potrebbe essere anticipata alle 23 o addirittura alle 22 e forse solo in alcune zone, anche se tutti concordano sull'introduzione di restrizioni più nette per le modalità di consumo al loro interno: "Basterebbe - spiegano - definire più esattamente le capienze in base alle distanze e aumentare i controlli, magari imponendo un divieto più ferreo sugli assembramenti all'esterno".

Su questo fronte si parla di massimo sei persone per tavolo e maggiori controlli sull'osservanza dei protocolli anti-Covid, punendo chi non rispetta la regole con la chiusura immediata. Per locali e pub, una delle proposte emerse è quella di "valutare una misura che consenta dalle ore 18 il solo consumo al tavolo".

TRASPORTI E DAD - Aperto il confronto anche sui trasporti e per le lezioni a distanza, in particolare per gli studenti del quarto e quinto anno delle superiori. Le Regioni chiedono di incontrare il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, mentre sembra quasi certa la possibilità di scaglionare ulteriormente gli orari della scuole: per alcune classi la campanella della prima ora potrebbe anche suonare alle 11.

LO SPORT - Nel mirino anche il settore del gioco legale e le attività sportive: si va dall'ipotesi più restrittiva della chiusura di tutte le palestre e piscine (ma su questo c'è il fermo no delle Regioni) a quella di vietare solo gli sport di contatto praticati in modo dilettantistico. "Si valuti di tutelare almeno le squadre che possono rispettare i nuovi protocolli", indicano le Regioni.

(Unioneonline/D)
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