Su richiesta di Silvio Berlusconi, l'ex moglie Veronica Lario "ha rinunciato in giovane età alla carriera di attrice per dedicarsi interamente alla casa, alla famiglia e ai tre figli Barbara, Eleonora e Luigi. Una situazione da cui Berlusconi avrebbe tratto due vantaggi: 'potersi dedicare più liberamente e intensamente alle molteplici attività imprenditorialì e 'costruirsi un'immagine di capo di una famiglia felice, largamente sfruttata nella propria vita politica".

Queste le parole - riportate da "Repubblica" - contenute nel ricorso in Cassazione presentato dall'ex coniuge del leader di Forza Italia contro la sentenza della corte d'Appello di Milano del 16 novembre scorso, che aveva stabilito l'azzeramento dell'assegno di mantenimento di 1,3 milioni di euro al mese pagato dall'ex premier e l'obbligo da parte di Lario di restituire circa 45 milioni.

In quell'occasione i giudici avevano accolto l'istanza del leader di Forza Italia che aveva chiesto di applicare quanto disposto nella "sentenza Grilli" della Cassazione del maggio del 2016 relativa all'assegno di divorzio, secondo cui a contare è il criterio dell'autosufficienza economica e non il principio del mantenimento dello stesso tenore di vita goduto durante il matrimonio.

I legali di Lario ora chiedono l'annullamento della sentenza, contestando i calcoli effettuati sul patrimonio della loro assistita e l'obbligo di restituzione delle tre annualità del maxi assegno.

(Unioneonline/F)

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