Sono stati condannati rispettivamente a 6 anni e 4 mesi e 5 anni e 2 mesi i trapper Mohamed Lamine Saida, detto Simba La Rue, e Zaccaria Mouhib, ossia Baby Gang, nel processo – celebrato a Milano con rito abbreviato - per la sparatoria, avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino al cuore della movida milanese, in cui rimasero feriti due senegalesi.

I giudici (Tremolada-Pucci-Gallina) hanno confermato, con pene più alte rispetto a quelle chieste dalla Procura, l'impianto accusatorio dell'inchiesta coordinata dal pm Francesca Crupi e condotta da polizia e carabinieri. Riconosciute tutte le imputazioni contestate: rapina, rissa, lesioni gravi e detenzione di arma clandestina.

Sono stati condannati anche Faye Ndiaga, a 5 anni e 8 mesi, colui che materialmente gambizzò i due, Eliado Tuci, 4 anni e 6 mesi, Pape Loum, a 4 anni e 5 mesi, Mounir Chakib, detto "Malippa", il manager dei trapper, a 3 anni e 8 mesi.

E ancora: 4 anni e 2 mesi per Alassane Faye e Andrea Rusta.

Per Simba, che per l'accusa avrebbe portato quella sera la pistola, mai trovata, la Procura aveva chiesto 5 anni e 8 mesi, menre per Baby Gang 4 anni e 8 mesi.

La condanna per quest'ultimo, a 5 anni e 2 mesi, comprende in continuazione un patteggiamento definitivo per un'altra pistola che gli fu trovata quando venne arrestato assieme agli altri nell'ottobre 2022, su ordinanza del gip Guido Salvini. 

Baby Gang, 22 anni, è stato già condannato a 4 anni e 10 mesi per una rapina in primo grado, mentre Simba, 21 anni, a 4 anni nell'altro procedimento parallelo su una "faida" tra gruppi di trapper.

Il pm nel processo sulla sparatoria aveva messo in luce l'intento di «sopraffazione» del gruppo, in quanto, ha detto il magistrato nella requisitoria, «non hanno rubato un borsello ai due senegalesi perché hanno bisogno di soldi, come testimoniano i loro contratti e i loro cachet».

Gli imputati, difesi dai legali Niccolò Vecchioni e Jacapo Cappetta, hanno risarcito i feriti, ma per la Procura «si è trattato di qualche centinaio di euro, niente in confronto dei loro cachet».

I giudici hanno comunque concesso le attenuanti generiche per tutti gli imputati, presenti in aula, ma che non hanno rilasciato dichiarazioni.

(Unioneonline/l.f.)

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