Dopo giornate intense di trattative è stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto della scuola, che abbraccia il comparto dell'istruzione e della ricerca relativo al periodo 2019-2021. Previsti nella busta paga di 1,2 milioni di dipendenti aumenti che arriveranno sino a 190 euro, ma non solo: anche maggiori tutele per i precari, introduzione del lavoro agile e certificazione dei docenti tutor e orientatori.

Il nuovo contratto scolastico è fresco di firma, apposta oggi dalle organizzazioni sindacali, ad eccezione della Uil che ha evidenziato dubbi e lacune. Soddisfazione, invece, è stata espressa dal ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Per il collega della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, si tratta di «un passo fondamentale per il miglioramento delle condizioni di lavoro in un settore cruciale per la crescita del Paese». Il contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto dell'istruzione e della ricerca prevede aumenti salariali medi mensili di 124 euro per i docenti e di 190 euro per i direttori dei servizi generali e amministrativi.

Novità anche per il personale precario docente e Ata, che avrà una maggiore tutela con la fruizione di tre giorni remunerati di permesso per motivi personali o familiari. A ciò si aggiunge anche un incremento del 10% delle retribuzioni delle ore aggiuntive per i docenti. «Il nuovo contratto - ha detto Valditara - segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata. Sono state inoltre recepite a livello contrattuale le funzioni del docente tutor e del docente orientatore e questo consentirà di affermare definitivamente il principio della personalizzazione dell'istruzione, rimarcando la centralità nel sistema della persona dello studente».

Soddisfatta la Cgil, con il suo segretario Maurizio Landini che ha parlato di «risultato importante». Stesso parere quello espresso dalla Cisl. «Un risultato importante - afferma la segretaria Scuola, Ivana Barbacci -, che consente di puntare ora l'attenzione sul rinnovo del triennio già in corso». Unica voce fuori dal coro quella della Uil, che non ha firmato il rinnovo e ha sollevato dubbi su alcuni aspetti tra cui «il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l'assenza di riferimenti alle scuole italiane all'estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali». Per il segretario Giuseppe D’aprile il contratto non sarebbe migliorativo rispetto al precedente, pertanto non è stato approvato.

(Unioneonline/v.f.)

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