Ammonta a 160 milioni di euro il valore dei beni confiscati dalla Guardia di finanza a due persone indagate nell'ambito dell'inchiesta “Doppio gioco” della Procura di Catania riguardante un giro internazionale di scommesse clandestine.

Si tratta degli sviluppi di precedenti provvedimenti – eseguiti un anno fa in Sicilia, Emilia Romagna, Puglia, Germania, Polonia e Malta - con cui il Gip aveva disposto misure cautelari nei confronti di 23 indagati. Ad alcuni di loro viene contestato di avere favorito gli interessi dell'associazione mafiosa Santapaola-Ercolano.

Gli accertamenti avevano preso il via dopo la segnalazione di un'operazione sospetta e riguardavano un sistema che sarebbe stato finalizzato all'illecita raccolta e gestione delle scommesse sportive on line e al riciclaggio dei loro proventi. "Nel dettaglio - spiega la Procura distrettuale di Catania - è stato evidenziato che gli indagati avevano ideato su internet un'apposita piattaforma di gioco, non autorizzata a operare in Italia, attribuendone la proprietà a una società maltese". Secondo l'accusa, "l'associazione criminale avrebbe realizzato un'illecita raccolta di scommesse 'da banco' sull'intero territorio nazionale, attraverso una rete di agenzie, collegate a una piattaforma di gioco".

Riscontrata quindi “l'esistenza di una stabile organizzazione della società maltese in Italia, che, dal 2013 al 2016, ha conseguito ricavi non dichiarati per 570 milioni di euro e ha omesso la dichiarazione dell'imposta sulle scommesse per circa 30 milioni di euro". Ma "solo una parte minimale delle scommesse avveniva on line, mentre la maggior parte delle puntate sarebbe stata effettuata in presenza e pagata in contanti". (Unioneonline/s.s.)

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