L’inquietante e misteriosa sparizione di una bara potrebbe far riaprire – per l’ennesima volta – il caso di Emanuela Orlandi, uno dei più oscuri e intricati misteri della storia italiana. 

La bara in questione è quella di  Katy Skerl, 17enne uccisa a Grottaferrata nel gennaio 1984, pochi mesi dopo la scomparsa di Emanuela (avvenuta il 22 giugno 1983) e di Mirella Gregori (7 maggio 1983).

La Procura di Roma ha infatti ordinato alla Squadra Mobile un sopralluogo al cimitero del Verano, per verificare alcune affermazioni del fotografo Marco Fassoni Accetti. E gli investigatori hanno effettivamente trovato il loculo vuoto. Qualcuno, dunque, avrebbe trafugato i resti della 17enne, figlia di un regista svedese, trovata senza vita, strangolata con un fil di ferro, in una vigna.

Un omicidio, venne ipotizzato, commesso per mandare un messaggio al Vaticano. Come connessioni con il Vaticano – è noto – avrebbero anche i casi Orlandi e Gregori.

Senza contare che nel 2013 venne inviato un messaggio anonimo sia alla famiglia Orlandi che a quella Gregori: “Non cantino le due belle more per non apparire come la baronessa e come il ventuno di gennaio martirio di Sant’Agnese con biondi capelli nella vigna del Signore”. Un chiaro riferimento alla tragica sorte di Katy Skerl.

Perché è stata portata via la bara della 17enne? E da chi? Esistono davvero legami tra il delitto Skerl e le sparizioni del 1983? Altri interrogativi che si aggiungono alle migliaia accumulatesi negli anni e che ancora non hanno trovato risposta. 

Dal canto proprio, la famiglia Orlandi, attraverso Laura Sgrò, avvocato di Pietro Orlandi, fratello Emanuela, ha fatto sapere di non avere "nessuna attesa" dalle novità che emergono dall’indagine sulla bara scomparsa della Skerl.

Marco Fassoni Accetti, infatti, "non ha mai goduto di molto credito da parte della famiglia Orlandi”, ricorda l'avvocato Sgrò. “Comunque -aggiunge – verranno fatti tutti gli approfondimenti del caso e si valuterà".

La famiglia Orlandi è invece ancora in attesa di una convocazione da parte del Promotore di Giustizia Vaticano. "Io avevo scritto al Papa il quale, rispondendomi, mi aveva indicato di avere un confronto con il Pg. Lo abbiamo subito chiesto. Era gennaio, siamo a fine luglio e ancora – conclude Sgrò – aspettiamo che qualcuno si degni di alzare la cornetta per incontrarci".

(Unioneonline/l.f.)

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