L'Rt medio nazionale raggiunge quota 1,06. È, secondo quanto si apprende, il dato all'esame della cabina di Regia che sta analizzando i dati del monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute che sarà presentato nel pomeriggio. La scorsa settimana il valore era a 0,99 e non arrivava sopra quota 1 da ben sette settimane.

Secondo le anticipazioni, a trasparire dal report relativo alla settimana dal 22 al 28 febbraio è dunque una "netta accelerazione dell'epidemia" con un'incidenza nazionale che sfiora i 200 (194,87 per 100.000 abitanti) e con una previsione di ulteriore peggioramento: nei prossimi giorni potrebbe raggiungere quota 250.

L'INCIDENZA - L'incidenza nazionale nella settimana di monitoraggio, quindi, si allontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti e anzi si avvicina alla soglia di 250 casi per 100mila abitanti.

I CASI - Nel periodo l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,06 con un range 0,98- 1,20, in aumento rispetto alla settimana precedente e sopra uno per la prima volta in sette settimane. Forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione: 41.833 contro i 31.378 della settimana precedente. Scende la percentuale dei casi rilevati attraverso il tracciamento dei contatti (28,8% rispetto al 29,4%). Scende anche, la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (35,2% vs 36,1% la settimana precedente).

OSPEDALI - Aumentano anche i numeri negli ospedali, sempre piu' sotto stress. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento (26% contro il 24% della scorsa settimana). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in risalita da 2.146 della settimana scorsa a 2.327 (il dato e' riferito al 2 marzo). Aumenta anche il numero di persone ricoverate in aree mediche, passando da 18.295 (23/02/2021) a 19.570 (02/03/2021).

LIVELLO DI RISCHIO - Si conferma per la quinta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Sei Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia e Marche) hanno un livello di rischio alto. Sono 14 (contro le 10 della settimana precedente) le Regioni/PPAA con una classificazione di rischio moderato (di cui nove ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e solo una, proprio la Sardegna, con rischio basso (contro le sei della settimana precedente). (Tutte le Regioni/PPAA, tranne Sardegna e Umbria, hanno riportato allerte di resilienza, ovvero fattori di allerta. Due Regioni (Campania e Lombardia) riportano molteplici allerte di resilienza.

LA MORTALITA' - Dall'inizio dell'epidemia e fino al 31 dicembre 2020, come evidenzia invece il rapporto Istat "Impatto dell'epidemia covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente anno 2020", l'incidenza dei decessi Covid-19 sulla mortalità per il complesso delle cause per ripartizione tra aree geografiche è stata del 14,5% al Nord, del 6,8% al Centro e del 5,2% nel Mezzogiorno. Le fasce di età sono: 4,6% del totale nella classe 0-49 anni, 9,2% in quella 50-64 anni, 12,4% in quella 65-79 anni e 9,6% in quella di ottanta anni o più.

Tra marzo e dicembre 2020 si sono osservati 108.178 decessi in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019 (21% di eccesso), volendo stimare l'impatto dell'epidemia Covid-19 sulla mortalità totale. Nel 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra: 746.146 decessi, 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso).

(Unioneonline/v.l.)
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