In poche ore torna l'incubo di una Roma violenta, insanguinata dalla criminalità che regola i conti senza scrupoli, in strada o addirittura bussando alla porta della vittima. Il primo delitto a Tor Sapienza, periferia est: ucciso un pensionato che portava a spasso i cani sotto casa. Nel pomeriggio a Focene, sul litorale alle porte della città, un 40enne con piccoli precedenti è stato freddato davanti alla sua abitazione, dove la moglie e il figlio hanno sentito lo sparo. Il killer di Pietro Rasseni ha bussato alla porta dell'abitazione e, quando la vittima ha aperto, lo ha freddato con un colpo alla testa. L'assassino sarebbe poi fuggito su un motorino. Al momento non si ipotizzano collegamenti tra i due casi. Poi, l'ultimo omicidio ad Anzio, dove i killer hanno sparato anche questa volta in strada, uccidendo un giovane di 32 anni e riducendone in fin di vita un altro.

I DELITTI - Nel primo, l'assassino ha ucciso con un proiettile dritto alla fronte, uno sparo che fa sobbalzare dal letto gli inquilini del palazzo. I cani ancora al guinzaglio che abbaiano mentre il loro padrone finisce a terra, morto. Un'esecuzione in piena regola a Tor Sapienza, alle 7 di mattina. Claudio D'Andria, romano di 62 anni, ex custode e usciere dell'ufficio comunale del municipio di zona, ucciso sotto casa, in via Giorgio Morandi. D'Andria aveva portato i cani a spasso, come faceva tutti i giorni, a volte anche accompagnato da alcuni vicini. Ieri era solo. Ad aspettarlo, nascosto sotto il palazzo, c'era un uomo che si è avvicinato e gli ha puntato la pistola in faccia da vicino. Ha sparato e poi è scappato.

La Squadra Mobile ha passato al setaccio il quartiere. Bussando ad ogni porta e da una strada all'altra. Testimonianze, orari, ipotesi, ricostruzioni sui trascorsi del 62enne. Il puzzle è ancora all'inizio, ma alcuni tasselli già ci sono. Tra tutti, le parole di un testimone chiave, che parla di un uomo visto allontanarsi da solo, dopo lo sparo, in un parco nelle vicinanze. Qualcuno invece parlava di persone che sono sfrecciate via su uno scooter, ma con il passare delle ore quest'ultima ipotesi sembra perdere forza. E poi c'è quella macchia sul passato di D'Andria - riferiscono gli investigatori -, un piccolo precedente per spaccio di droga. E' proprio da quella vicenda che gli agenti sono partiti. Ma il percorso delle indagini non è scontato. L'uomo potrebbe avere avuto dei dissapori recenti e di sicuro l'omicidio è stato qualcosa di premeditato, di calcolato. Non è stata una lite estemporanea, ma al momento non ci sono elementi evidenti sul movente del delitto. Finora la sola traccia lasciata dal killer sul posto è quel bossolo di proiettile calibro 7,65. Unico e mortale.

Un delitto che stride anche con il racconto dei vicini della vittima. "E' sempre stata una persona riservata ma gentile", spiegano alcuni. Da anni D'Andria era separato dalla moglie, con la quale aveva avuto una figlia, e viveva nell'appartamento di via Morandi con la madre anziana. Era in pensione da diversi mesi dopo aver lavorato come usciere e custode nel palazzo comunale dell'ex-V municipio. Tutti lo ricordano come "un signore distinto, ammirato soprattutto dalle donne per il suo aspetto e i suoi modi, e un romanista sfegatato". Il quartiere è sconvolto, ma non sembra neppure troppo sorpreso. "Qui ormai sembra terra di nessuno - dicono - e la gente non ne può più".

Il terzo omicidio è stato commesso ad Anzio. La vittima aveva 32 anni e un precedente per furto. Si chiamava Daniele Righini. L'altra persona coinvolta nella sparatoria è Massimiliano Cencioni, suo coetaneo, rimasto gravemente ferito al torace. I due erano a bordo di una Peugeot quando sono stati raggiunti dai colpi di pistola. Secondo le prime testimonianze, ancora poco chiare, i killer potrebbero essere scappati a bordo di uno scooter.

SCONTRO SULLA SICUREZZA - Il primo confronto in tv tra Gianni Alemanno e Ignazio Marino, all'indomani del voto delle amministrative di Roma, si è trasformato in una sfida sul tema sicurezza. "Abbiamo vinto con la riduzione dei reati, della criminalità in strada e di lotta al degrado - ha esordito il sindaco uscente - ma c'è un problema di attacco di criminalità organizzata nella città di Roma, che è nuovo e al quale bisogna reagire in maniera compatta". Per Marino quello di Alemanno è "solo un bel racconto": "Vorrei contestare alcuni dati - ha sottolineato - Purtroppo bisogna dire la verità: sul tema della sicurezza Roma è diventata una città dove ora ci sono le mafie, la criminalità organizzata e dove si fanno esecuzioni capitali per strada". E quella che doveva essere una sfida 'a distanzà e senza un confronto diretto tra i due sfidanti al ballottaggio nella corsa al Campidoglio si è trasformata in un botta e risposta, a volte scherzoso, durante il quale i due aspiranti primi cittadini si sono lanciati anche battute al vetriolo. Il primo ad essere intervistato è stato il sindaco uscente che ha ribadito la necessità di un confronto diretto con il suo sfidante. "Almeno per salutarsi" ha precisato commentando poi di sembrare così "una specie di separati in casa". Desiderio esaudito. Il saluto è avvenuto 'a distanza' - entrambi i candidati sindaco erano in collegamento dai loro comitati elettorali - ma non ha evitato uno scambio di battute tra i due: "Ci vedremo in Campidoglio per il passaggio di consegne" ha stuzzicato Marino. "Per rispetto degli elettori bisogna convincerli ad andare a votare e quindi bisogna incontrarsi anche prima al ballottaggio" ha cercato di smorzare i toni Alemanno ma il chirurgo dem ha incalzato: "Mi sembra che i miei elettori ci siano andati a votare". Poi qualche scambio di frecciate: per Alemanno il difetto peggiore del suo sfidante "è che si occupa di politica dal 2006 ma non si è mai occupato di Roma, non conosce la città e non ne conosce i problemi. E' un estraneo per Roma" mentre Marino ha contrattaccato: "Gianni Alemanno ha avuto cinque anni di tempo per cambiare la situazione a Roma. Si è occupato di portare la Formula 1 a Roma quando abbiamo le strade che hanno buche e delle vere e proprie voragini. Forse gli conveniva portare il campionato mondiale di motocross perché qui, viste le buche, c'è già la pista". E poi il chirurgo dem ha affondato: "A differenza di Alemanno, che quando è stato eletto sindaco ha percepito il doppio stipendio anche da deputato, io mi sono dimesso da senatore". "Non è vero" ha replicato Alemanno mentre Marino ha chiosato: "Non dica bugie che le cresce il naso come Pinocchio".

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