Avrebbero costretto una ragazza a subire violenze sessuali e a partecipare a messe nere e riti satanici.

La Procura di Milano ha chiuso le indagini, in vista della richiesta di processo, con l'accusa di riduzione in schiavitù per la coppia di genitori affidatari che per circa 15 anni, tra il 2000 e il 2015, ha abusato della giovane (al tempo appena maggiorenne). Il caso era venuto a galla lo scorso ottobre e a novembre il Tribunale del riesame di Milano aveva revocato la misura dell'obbligo di dimora e di divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico per i due coniugi.

Ma ora la storia sembra giungere a una svolta, con la Procura che contesta agli indagati di aver esercitato sulla donna «poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà». Nel 2002 dalle violenze è nato anche un figlio. Dal 2005, poi, la donna sarebbe rimasta vittima di abusi durante riti satanici e messe nere. In quei contesti, alla presenza di un crocifisso appeso al contrario, sarebbe stata anche ferita con un coltello con «incisioni sulla schiena e sulle gambe e sottoposta a torture».

La vittima nel 2006 sarebbe riuscita a fuggire e trasferirsi in un'altra regione, ma i due l’avrebbero seguita e poi riportata a casa. L’incubo non si è fermato: la donna – che oggi ha 41 anni – sarebbe stata anche «segregata in una intercapedine e poi nascosta all'interno di una botola». E anche se l’iter (travagliato) delle indagini ora è giunto al termine i genitori non hanno mai confermato le accuse, sostenendo che le denunce sono «frutto di invenzione».

(Unioneonline/v.f.)

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