È una storia dai tratti pirandelliani quella che vede come protagonista un imprenditore in pensione di Reggio Emilia. 

Con una telefonata ha scoperto che lui, per il Fisco, è morto.

«Ho contattato nei giorni scorsi il mio medico - racconta sulla stampa locale - per farmi prescrivere alcuni farmaci e ho scoperto, non riuscendo il dottore a farmi le ricette, una cosa curiosa: sono deceduto lo scorso anno. Tramite il commercialista ho provveduto a verificare con l'Agenzia delle Entrate la mia posizione: niente da fare. Sono morto...».

L'equivoco sarebbe stato generato dal fatto che un suo omonimo, sempre Pietro Fanticini e sempre residente a Reggio, è deceduto nel dicembre 2022. Per l'Erario però sono morti entrambi, con qualcuno che evidentemente ha fatto confusione.

«Da quando l'ho scoperto – ironizza il pensionato – mia moglie Franca, ormai vedova, piange singhiozzando sul divano di fianco a me mentre mi ricorda i 55 anni passati insieme. I miei figli, tramite Whatsapp, mi chiedono la consistenza dei beni lasciati in eredità. Il mio medico è disperato perché ha un paziente in meno. Devo ancora capire se l'Inps mi bloccherà la pensione. Spero solo che l'Agenzia delle Entrate smetta di farmi pagare tasse e imposte, visto che mi hanno dato per morto...».

«In tutto questo – è l’amara constatazione -, trovo piuttosto grave che nel 2023 un cittadino venga dichiarato deceduto senza alcun controllo e sulla base esclusiva di nome e cognome. E ora i costi per la mia resurrezione presso anagrafe, Ssn, Agenzia delle Entrate, Inps chi li sosterrà? Sarà possibile infondermi nuova linfa vitale in tempi strettissimi o dovrò sottopormi a visita medico-legale per accertare la mia esistenza in vita?».

(Unioneonline/s.s.)

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