«Il video c’è? Pago bene». 

Se desta disgusto e indignazione la vicenda della violenza sessuale perpetrata da sette giovani contro una ragazza a Palermo non sono da meno i commenti apparsi in questi giorni su due gruppi Telegram, su cui la Polizia postale avrebbe acceso un faro.

Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera sul social network si sarebbe infatti scatenata la “caccia al filmato” che il branco ha girato durante lo stupro.

Nelle chat – che vedono coinvolti oltre 2.200 utenti – sono moltissimi i post dove viene richiesto il video, acquisito anche dagli investigatori, e qualcuno si dice anche pronto a sborsare parecchio denaro per ottenerlo. 

E destano sdegno anche i contenuti apparsi in Rete – in particolare su TikTok – che scimmiottano il dramma, buttandola sullo scherzo.

«Stiamo monitorando la situazione – spiegano dalla Polizia Postale – ma spesso è anche difficile intervenire per far rimuovere certi contenuti».

(Unioneonline/l.f.)

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