Primo maggio, Mattarella: "Creare lavoro è un dovere". Scontri a Torino VIDEO
Cariche e manganellate contro i dimostranti. Intanto Di Maio annuncia: "L'ultimo primo maggio senza salario minimo orario"Partono cariche e manganellate per respingere i manifestanti a Torino, dove anche i No Tav hanno sfilato al corteo del Primo maggio.
I No Tav si trovavano in piazza Vittorio e stavano cercando di raggiungere la testa del corteo passando per i portici di via Po, quando sono stati fermati e respinti dagli agenti in tenuta anti sommossa.
Ci sono stati spintoni e cariche di alleggerimento, mentre gli antagonisti gridavano agli agenti "vergogna, fuori la Digos dal corteo".
La polizia è intervenuta per separare i manifestanti No Tav e del Pd e ci sono stati momenti di tensioni.
DI MAIO: "SALARIO MINIMO ORARIO" - Intanto Luigi Di Maio, ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, in un'intervista a Rtl 102, 5 si è augurato che oggi sia "l'ultimo primo maggio in cui in Italia non c'è il salario minimo orario, perché chi lavora deve avere una paga oraria che gli consenta di arrivare a fine mese. Sennò non è lavoro, è essere sfruttati".
"Spero", ha aggiunto, che "non ci sia più il livello di burocrazia per chi lavora. Se vogliamo festeggiare i lavoratori, bisogna lasciarli in pace e farli lavorare, invece ora - conclude - c'è un livello di burocrazia per imprenditori e lavoratori altissimo".
AL QUIRINALE - Per il Primo maggio, come sempre, si sono tenute celebrazioni anche al Quirinale. "Vanno approntati strumenti adeguati per guidare il cambiamento a favore della società - ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - compresa la leva fiscale, visto che le tasse sui redditi da lavoro in Italia sono tra le più alte dei Paesi sviluppati".
E ancora: "Non possiamo chiudere gli occhi davanti a condizioni inumane a cui vengono costretti talvolta i lavoratori più deboli, oggi soprattutto gli immigrati. Il lavoro deve essere, anche su questo versante, fattore di integrazione".
"La nostra Carta costituzionale - ha concluso - riconosce il lavoro come bene sociale e pone alle istituzioni, a tutti i livelli, di compiere ogni sforzo per ampliare le opportunità occupazionali, per rimuovere le cause degli squilibri tra territori, per accrescere le conoscenze, le competenze, gli investimenti necessari a uno sviluppo sostenibile. Si tratta di un dovere pubblico a cui non ci si può sottrarre".
(Unioneonline/D)
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