Lasciata al freddo per ore, nel parcheggio delle ambulanze, con in braccio il figlioletto perché nella sala d’attesa del pronto soccorso, all’ospedale Santa Maria Regina degli Angeli di Adria (Rovigo), non c’era posto per aspettare l’esito del tampone anti-Covid.

Le immagini della donna hanno fatto il giro del web dopo che è stata lei stessa a denunciare sui social quanto accaduto. Nelle foto la si vede seduta su una sedia con accanto solo una piccola stufa, e il bimbo avvolto in una coperta perché le temperature erano molto basse.

«Non è nel mio carattere lamentarmi ed esporre certi problemi sui social - scrive - ma questa non potevo non pubblicarla. A voi le considerazioni. Questa è l'accettazione del Pronto Soccorso di Adria».

Il sindaco Omar Barbierato ha contattato subito l’Ulss 5 il cui direttore, Patrizia Simionato, ha assicurato che la situazione nelle stanze dell'accettazione del Pronto Soccorso dell'Ospedale Santa Maria Regina degli Angeli sarà risolta al più presto. Da parte sua la Direzione dell'Azienda Ulss 5 Polesana in una nota ha espresso indignazione per quanto accaduto, e si è scusata con la famiglia coinvolta e tutti gli utenti. «Purtroppo, questo rappresenta il risultato di una troppo rigida interpretazione delle norme - sottolinea il comunicato - senza tenere conto dei conseguenti effetti sui cittadini».

L'Azienda Ulss 5 ha annunciato di aver avviato una indagine interna "tesa a verificare le responsabilità di quanto accaduto, nella certezza che sarebbe bastato applicare le direttive regionali, inviando i bambini subito in area pediatrica, trovando contemporaneamente un locale adeguato per chi attende l'effettuazione del test tampone". 

(Unioneonline/s.s.)

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