Piersanti Mattarella, 39 anni fa la mafia uccideva il fratello del Capo dello Stato FOTO
Il 6 gennaio 1980 l'allora presidente della Regione Sicilia fu freddato nella sua auto sotto gli occhi di moglie e figliPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Una cerimonia a Palermo, una a Castellammare del Golfo, suo paese di nascita.
Così oggi la Sicilia ricorda Piersanti Mattarella, fratello dell'attuale Capo dello Stato assassinato da Cosa Nostra il 6 gennaio 1980.
Anche all'epoca era domenica. L'allora presidente della Regione Sicilia, in via della Libertà a Palermo, era appena entrato in una Fiat 132 assieme alla moglie, i due figli e la suocera, per andare a messa, quando un sicario si avvicinò al finestrino per freddarlo a colpi di pistola.
Mattarella fu ucciso perché voleva portare avanti un'opera di modernizzazione dell'amministrazione regionale e recidere i legami con la criminalità organizzata. All'interno del partito (Dc) contrastava l'ascesa di Vito Ciancimino, referente politico dei Corleonesi: aveva chiesto al segretario nazionale Benigno Zaccagnini di commissariare il Comitato Provinciale di Palermo della Dc proprio perché aveva visto tornare "con forte influenza" Ciancimino, che aveva siglato un patto con la corrente andreottiana guidata dall'onorevole Salvo Lima.
Le indagini sulla sue morte sono andate molto a rilento. Nel 1995 - grazie anche alle testimonianze dei pentiti - sono stati condannati in via definitiva i mandanti: Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci.
Non è mai stato individuato l'esecutore materiale, "il killer dagli occhi di ghiaccio e l'andatura ballonzolante", come lo descrisse la signora Irma Chiazzese, vedova di Piersanti.
Gli inquirenti seguono ancora oggi la pista del patto tra Cosa Nostra e i terroristi di estrema destra dei Nar per far fuori Mattarella, e l'esecutore dell'omicidio potrebbe essere stato proprio un terrorista.
"Se oggi le istituzioni in città non hanno più il volto della mafia e se a Palermo e in Sicilia si è avviato un cambiamento politico e culturale lo si deve anche al sacrificio di Piersanti Mattarella, alla sua visione, alla sua competenza e al suo impegno per rompere il sistema di potere affaristico-mafioso che governava a Palazzo d'Orleans ed oltre", dichiara il sindaco Leoluca Orlando. "E se oggi - aggiunge - ci sono ancora buchi neri nella ricostruzione giudiziaria lo si deve al fatto che Piersanti fu scomodo a un sistema di potere che aveva in una parte della Dc e nei legami tra Cosa Nostra ed eversione neofascista alcuni tra i suoi pilastri".
(Unioneonline/L)
LE IMMAGINI:
IL RICORDO DEL VIMINALE: