Il presidente della Calabria Occhiuto si dimette e si ricandida: «Non mi faccio fermare». È indagato per corruzione
Un annuncio improvviso e inaspettato: «Non ce l’ho con i pm ma con gli odiatori che quasi sono contenti quando si parla male di questa regione»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un annuncio improvviso, clamoroso e inaspettato. Il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto si dimette e si ricandida. «Tra qualche settimana saranno i calabresi a decidere il futuro della Calabria, non altri», spiega in un video postato sui suoi social. La decisione è collegata all'inchiesta della Procura di Catanzaro che lo vede indagato per corruzione, ma a spingerlo alle dimissioni è il tentativo di bloccare le opere che si stanno realizzando nella regione.
«Chi vorrebbe fermarle, la magistratura? No - dice - non ce l'ho con la magistratura. Non cambio idea: ho sempre detto che in una Regione complicata come la Calabria i magistrati devono fare il loro lavoro serenamente. D'altra parte, io ho chiarito ogni cosa, non ho nulla da temere dall'inchiesta giudiziaria». Il governatore, infatti, così come aveva chiesto subito dopo avere ricevuto l'avviso di proroga della indagini, la settimana scorsa è stato interrogato dai pm. Un confronto dal quale era uscito «soddisfatto e molto sollevato». «Penso di aver chiarito tutto e confido in una velocissima archiviazione» aveva detto ai giornalisti all'uscita dalla Procura.
L'ira di Occhiuto, dunque, non è con i pm ma con «tutti questi politici di secondo piano, che in politica non hanno mai realizzato nulla per la Calabria in tanti anni. Ce l'ho con questi odiatori, con queste persone arrabbiate con la vita, che tifano per il fallimento della Calabria, che quasi sono contenti quando si parla male della Calabria. Ce l'ho con questi che utilizzano l'inchiesta giudiziaria come una clava per indebolire o per uccidere politicamente il presidente della Regione: non sarà così».
Quindi dimissioni ed elezioni, per non farsi «uccidere» politicamente rimanendo impantanato in una situazione di stallo. Tuttavia, pur convinto che «non ci si debba dimettere per un avviso di garanzia», Occhiuto spiega di dover fare i conti con la sua amministrazione dove adesso «nessuno si assume la responsabilità di firmare niente, tutti pensano che questa esperienza sia come quelle precedenti». E ricorda come «negli ultimi 30 anni in Calabria, nell'ultimo anno o anno e mezzo di legislatura, i presidenti venivano coinvolti in un'inchiesta giudiziaria, poi magari venivano archiviati, finiva tutto quanto in niente, però venivano decapitati politicamente, e si fermava la legislatura. Anzi, per un anno si parlava soltanto di questo».
E questo, dice sicuro, «la Calabria non se lo può consentire» perché la regione «ha avviato un percorso che finalmente la sta facendo diventare una Regione che non è più in ginocchio rispetto alle altre Regioni d'Italia». L'annuncio delle dimissioni, tra l'altro, giunge alla vigilia della tre giorni sul Sud che da domani a domenica vedrà riunito a Reggio Calabria il gotha di Forza Italia, con il segretario nazionale e vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ministri, sottosegretari e parlamentari azzurri. Una convention che, inevitabilmente, adesso si arricchirà di ulteriori contenuti.
(Unioneonline)