Assalto a Torino a una pattuglia della Polizia di Stato che stava portando un uomo di origini marocchine a un centro di rimpatrio in Lombardia per essere espulso dall'Italia. A compiere l'attacco, oggi pomeriggio, proprio davanti agli uffici della Questura del capoluogo piemontese, un gruppo di autonomi e anarchici che ha circondato l'auto della polizia, cercando di aprirne le portiere e l'ha colpita poi a calci a pugni.

Altri agenti sono intervenuti e hanno bloccato gli aggressori, fermandone quattro. Nei disordini un poliziotto è rimasto lievemente ferito.

Con il loro blitz gli antagonisti cercavano di liberare lo straniero, fermato ieri sera alla periferia di Torino dove aveva imbrattato con scritte ingiuriose le pareti del sottopasso di corso Grosseto, e accusato di danneggiamento. L’uomo era stato già condannato 13 volte.

Quando dal cortile è uscita l'auto della polizia con il marocchino a bordo, un folto gruppo di antagonisti l'ha bloccata e colpita. Momenti di grande tensione con l'intervento di altri agenti che hanno riaccompagnato l'uomo negli uffici della Questura, fermato alcuni manifestanti e allontanato gli altri. La protesta degli antagonisti si è poi spostata nella vicina piazza XVIII dicembre, davanti alla stazione ferroviaria di Porta Susa, dove alcune auto in transito sono state colpite e danneggiate dai manifestanti. Poi gli autonomi e anarchici - una trentina in tutto - si sono diretti nuovamente verso la Questura, dove hanno acceso fumogeni, srotolato uno striscione con la scritta "Fuoco alle galere e al Cpr" e urlato slogan contro la polizia. 

«Inaccettabile atto di violenza», tuona il ministro Piantedosi, «sintomatico del clima di veleno e sospetto a cui sono sottoposti in questi giorni le forze dell’ordine e la Polizia, cui va la mia solidarietà e vicinanza». Il ministro dell’Interno si dice «sdegnato» per l’episodio e assicura, «mi prodigherò in ogni sede per affermare la dignità e l'onore di servitori dello Stato che quotidianamente, anche mettendo a rischio la loro incolumità, concorrono ad affermare i valori di libertà e democrazia».

Intanto è stata trasferita a Pescara Silvia Conti, dirigente del reparto Mobile di Firenze. Un «avvicendamento programmato», che «non c'entra nulla» con gli studenti manganellati venerdì scorso ai cortei pro-Palestina di Pisa e Firenze, precisa il Dipartimento della Pubblica sicurezza.

Silvia Conti, a quanto riferiscono i colleghi, non ha avuto alcun ruolo operativo nella gestione dell'ordine pubblico a Firenze come a Pisa. Il dirigente del Reparto mobile ha infatti una funzione amministrativa, non fa parte della catena di comando che ha deciso in che modalità intervenire sui manifestanti, né tantomeno era in piazza dove si sono registrati i disordini. Il dirigente del Reparto fornisce le squadre anche alla questura di Pisa per l'ordine pubblico.

(Unioneonline/L)

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