Otre 8 quintali di marijuana sono stati sequestrati nel corso dell’operazione “Ferry Flower” della Guardia di finanza scattata tra Livorno e la Sardegna. Lo stupefacente era nascosto in due capannoni nelle campagne galluresi che sono stati scoperti attraverso l’analisi di una chat.

Si tratta di uno dei sequestri di marijuana più importanti mai avvenuto nell’Isola.

Il 29 luglio scorso la Finanza di Livorno è entrata in azione alle prime luci del giorno con il rinvenimento in Sardegna di 857 chili di infiorescenze di marijuana. La perquisizione era scattata dopo l’arresto, avvenuto nel porto toscano il 21 maggio, di A.C., cittadino sardo colto in flagrante dai finanzieri del 2° Nucleo Operativo del Gruppo di Livorno durante il servizio di controllo del traffico passeggeri provenienti da Olbia.

L’uomo trasportava all’interno di un’auto 20 chili di infiorescenze di marijuana con livelli di THC molto al di sopra dei limiti consentiti. Da quell’arresto sono originate le indagini dell’operazione “Ferry Flower”, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno.

Gli investigatori sono risaliti a varie località della Sardegna, poi oggetto dei sopralluoghi che hanno permesso di pianificare e organizzare le successive perquisizioni. Nel frattempo, dopo l’arresto a Livorno, A.C. aveva ricevuto la misura cautelare dell’obbligo di dimora a Olbia, al fine di svolgere la sua attività lavorativa. Ma le perquisizioni hanno confermato che il traffico di stupefacenti era ben più ampio.

I contenitori usati per la droga (foto Guardia di finanza)
I contenitori usati per la droga (foto Guardia di finanza)
I contenitori usati per la droga (foto Guardia di finanza)

Il blitz di fine luglio ha riguardato più luoghi dell’Isola. A Telti sono stati scoperti due capannoni con gli 857 chili di infiorescenze nascosti in barili di plastica, buste, sacchi di cereali - anche già imballati per la vendita – insieme alla strumentazione idonea alla pulitura e al confezionamento delle infiorescenze. Il luogo del blitz sarebbe emerso da una conversazione social tra A.C. e F.M., quest’ultimo con la materiale disponibilità dei due capannoni. All’interno della chat erano disponibili video e foto degli immobili e diverse infiorescenze di marijuana e un bollettino postale inerente alla fornitura di energia elettrica a Telti, intestato a una società cessata nel 1987 e il cui titolare era deceduto nel 2014. In effetti, dalle intercettazioni telefoniche sarebbe emerso come A.C. avesse la disponibilità di 8 quintali di cannabis che non riusciva a vendere. E l’indagato, nelle sue conversazioni telefoniche, avrebbe sempre fatto riferimento alla canapa sativa legale, presumibilmente al fine di “depistare” le indagini. Una volta confermato che la percentuale di THC era superiore ai limiti di legge, le fiamme gialle di Livorno hanno sequestrato la marijuana e tradotto al carcere di Bancali A.C. e F.M.

(Unioneonline/s.s.)

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