Il pressing delle Regioni alla fine sta convincendo il governo. I governatori temono nuove chiusure generalizzate con l’avvicinamento del Natale, e chiedono un doppio binario: i vaccinati non possono subire le stesse restrizioni dei non vaccinati.

Per questo nel decreto che l’esecutivo si appresta a varare la prossima settimana si fanno sempre più probabili dei divieti per i no vax che, nel caso, saranno applicati solo dalla zona gialla in poi. Limitazioni che riguarderebbero la sola vita sociale, lasciando fuori il lavoro.

Green pass solo per vaccinati e guariti (un “super Green pass” o il modello “2G” tedesco), ma da applicare solo per l’ingresso in locali, ristoranti, palestre e piscine, luoghi dello spettacolo e della cultura, stadi. E non in zona bianca. Resterebbe invece il certificato attuale, che si può ottenere anche con tampone negativo, per accedere al posto di lavoro.

Questo lo schema a cui lavora il governo Draghi: lunedì l’incontro con le Regioni, giovedì la cabina di regia, poi il Consiglio dei ministri. Salvini è pronto a dare battaglia, già ha dichiarato più volte di essere contrario a restrizioni per i non vaccinati, ma sono proprio i governatori leghisti i primi a spingere su questa linea. 

Resta sul tavolo l’ipotesi dell’obbligo, non generalizzato: al momento potrebbe essere esteso ad altre categorie come il personale scolastico e le forze dell’ordine. Nel nuovo decreto ci sarà anche l’obbligo della terza dose per il personale sanitario e delle Rsa.

Terza dose che potrebbe essere anticipata: non più a sei ma a cinque mesi, come ha detto ieri Gianni Rezza (“E’ ipotizzabile, escludo effetti negativi”) durante la conferenza stampa per illustrare i dati del monitoraggio settimanale.

Sicuramente sarà ridotta la validità del Green pass, visto che ormai è appurato che la copertura del vaccino inizia a calare dopo sei mesi dalla seconda dose. Il certificato non sarà più valido per un anno, ma per nove mesi. E c’è chi vorrebbe portarlo a sei. Un ulteriore incentivo per effettuare la terza dose.

Altro nodo, la validità dei tamponi. Nel mondo scientifico c’è chi spinge per togliere l’antigenico dalle modalità per ottenere il certificato. Più probabile una riduzione della durata, che potrebbe passare da 72 a 48 ore per il molecolare, da 48 a 24 per l’antigenico.

L’obiettivo è evidente: tenere aperte le attività commerciali, i locali, i ristoranti e i luoghi della socialità nelle festività natalizie. E, nel caso qualche Regione finisca in arancione e sia costretta a chiuderle, far scattare la chiusura per i soli non vaccinati.

LE DICHIARAZIONI – Il sottosegretario Costa smentisce: “Ad oggi non c’è sul tavolo il tema della modifica dei criteri per ottenere il pass, le due decisioni che dovremmo prendere la prossima settimana saranno l’obbligatorietà della terza dose per le categorie per cui è previsto l’obbligo e il tema della riduzione della validità del certificato. Ma con le Regioni c’è massima disponibilità a condividere un percorso”.

Ma aggiunge che “è ovvio” che in caso di zona arancione “i vaccinati non potranno essere sottoposti alle stesse restrizioni dei non vaccinati”.

Di Super Green pass parla anche il ministro Brunetta: "Molto probabilmente arriverà a dicembre”, conferma, “non è una punizione per i non vaccinati ma un premio per i vaccinati”.

"Rafforzare il Green pass - aggiunge - è la scelta che si sta facendo strada nel Governo Draghi". 

(Unioneonline/L)

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