Dalle carte delle indagini aperte dopo la morte del piccolo Francesco, il bimbo di 7 anni deceduto a causa di un'otite curata per 15 giorni esclusivamente con medicine omeopatiche, emerge ora la trascrizione di una telefonata tra l'omeopata Massimiliano Mecozzi che aveva in cura il bambino e Mirko Volpi, il medico del pronto soccorso di Cagli (Ancona), avvenuta la notte del 24 maggio quando ormai le condizioni di Francesco erano gravissime. Di lì a poco sarebbe entrato in coma e trasferito all'ospedale Salesi di Ancona.

In quella chiamata, dai toni concitati, scoppia una lite tra i due, con l'omeopata che chiede di fare "una semplice terapia domiciliare", mentre Volpi ribadisce la sua posizione di fronte a una situazione ormai al limite: "Il bambino è da codice rosso, lo portiamo in ospedale".

Ma a rimarcare quello che dalle indagini sta emergendo, ovvero la fiducia che il medico omeopata aveva da parte dei genitori di Francesco (è indagato per concorso in omicidio colposo insieme a loro), ci sono anche le parole dette al telefono durante la disperata corsa in ospedale.

Mecozzi dice alla madre di fare in modo che al bimbo non venga somministrata della tachipirina, medicinale che invece dà ugualmente al piccolo, che morirà - dicono i risultati preliminari dell'autopsia effettuata ieri - per un'encefalite.

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