C'è chi sostiene che la zona rossa avrebbe dovuto essere istituita a fine febbraio e che già ai primi di marzo, quando la curva dei contagi stava crescendo inesorabilmente, non serviva più e quindi non disapprova la decisione del premier Giuseppe Conte.

C'è chi desidera conoscere il motivo di tante morti, sapere se e come si potevano evitare e trovare un colpevole.

Chi accusa sia il Governo sia la Regione, e considera la classe politica che non ha saputo gestire l'emergenza coronavirus come responsabile della crisi che ora sta investendo l'Italia.

Si sprecano le opinioni su quanto è accaduto nei primi giorni dello scorso marzo a Nembro e ad Alzano Lombardo, i due paesi in provincia di Bergamo al centro della vicenda della mancata zona rossa, caso su cui c'è stato un rimpallo di responsabilità tra Governo e Regione Lombardia e la magistratura ha acceso un faro.

IL SINDACO - Claudio Cancelli, sindaco di Nembro, ritiene "coerente" la scelta del governo. Ritiene che si dovesse intervenire a fine febbraio: "A marzo, quando l'Istituto superiore di sanità con una nota ha ritenuto che ci fossero le condizioni per attuare misure restrittive come a Codogno e nel Lodigiano, la situazione era già fuori controllo. L'epidemia non era più confinata nei due comuni, ma era già ampiamente diffusa e quindi il provvedimento da prendere doveva essere più drastico".

GLI IMPRENDITORI - "La decisione non era facile, in quel momento non si capiva nulla. Ora, col senno di poi, dico che bisognava chiudere tutto e anche prima", afferma il titolare di una pizzeria di Alzano.

Non la pensa così Gilberto Pezzotta, imprenditore di Nembro, che non nasconde la sua rabbia anche per la crisi economica che sta preoccupando il Paese: "Penso che questo governo abbia la responsabilità di quel che è accaduto. Anche se la situazione di certo non è stata facile, è stata gestita senza alcuna competenza. Quello che è successo in Lombardia e in tutta Italia è la dimostrazione di una classe politica incapace".

IL COMITATO E LO STRISCIONE - Roberto Fugazzi, esponente del Comitato popolare Verità e giustizia per le vittime, afferma: "Ormai è scontro politico sulla zona rossa, ma per noi sono colpevoli sia Regione Lombardia che il governo. Si sono piegati al volere degli industriali e hanno fatto un rimpallo per 15 giorni".

Ma al comitato, spiega, "interessa soprattutto capire chi ha determinato la riapertura dell'ospedale di Alzano il 23 febbraio, innescando così i contagi". "Qui - continua - la gente è ancora spaventata, ognuno ha un morto da piangere".

A riassumere i sentimenti dei due paesi, martoriati dal coronavirus, uno striscione appeso ieri da un gruppo di ragazzi davanti al comune di Nembro: "I nostri morti non li abbiamo salutati. Ci avete preso in giro e non tutelati. Abbiamo dovuto piangere e lavorare, ma se c'è giustizia qualcuno dovrà pagare".

(Unioneonline/L)
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