La Dda di Firenze ha chiesto al gip l'archiviazione dell'inchiesta sul disastro della Moby Prince, il traghetto diretto a Olbia andato a fuoco il 10 aprile del 1991, dopo la collisione con la petroliera Agip Abruzzo davanti al porto di Livorno, che causò 140 morti, tra cui 26 sardi.

Lo ha riferito oggi il procuratore di Livorno Maurizio Agnello, all’inizio dell’audizione davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta – la terza – sulla strage, presieduta da Pietro Pittalis.

Agnello ha spiegato che, essendo il disastro della Moby avvenuto quasi 34 anni fa, come ipotesi di reato sopravvive solo quella di strage nella forma dolosa. Tutti i reati colposi, infatti, sarebbero prescritti.

«Occorrerebbe quindi dimostrare ai fini della sussistenza del delitto di strage che qualcuno abbia intenzionalmente agito al fine di cagionare la morte di 140 persone al di fuori di un contesto di terrorismo eversivo o di criminalità mafiosa in relazione ai quali ha già indagato la Dda di Firenze che recentemente ha, come sicuramente riferito dal procuratore Spiezia, richiesto al gip l'archiviazione di quel procedimento».

Riguardo alla procura di Livorno, Agnello ha spiegato che attualmente «sta vagliando le conclusioni che la polizia giudiziaria delegata, la guardia di finanza di Firenze, ha rassegnato in un'informativa di oltre 1.400 pagine su cui ha già riferito ritengo il collega Spiezia».

Il procuratore ha anche precisato che visti i «troppi punti oscuri» rilevati nelle indagini dall’informativa della Guardia di Finanza, «se ci dovessimo convincere che le condotte di qualcuno fossero state tra le cause di questo disastro non mancheremo di indicarlo al giudice per le indagini preliminari, tuttavia non potremo che arrenderci al fatto che siano passati ormai 34 anni».

(Unioneonline)

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