Ultimo discorso di fine anno per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel 2022 vedrà terminare il suo settennato al Quirinale. 

E proprio dal Quirinale, come da tradizione, il Capo dello Stato si è rivolto agli italiani. 

"L'augurio che sento di rivolgervi si fa più intenso perché, alla necessità di guardare insieme con fiducia e speranza al nuovo anno, si aggiunge il bisogno di esprimere il mio grazie a ciascuno di voi per aver mostrato, a più riprese, il volto autentico dell'Italia: quello laborioso, creativo, solidale", ha esordito Mattarella, dopo aver sottolineato la sua emozione.

IL SETTENNATO – "Sono stati sette anni impegnativi, complessi, densi di emozioni: mi tornano in mente i momenti più felici ma anche i giorni drammatici, quelli in cui sembravano prevalere le difficoltà e le sofferenze", ha aggiunto. 

LA PANDEMIA – Mattarella ha innanzitutto toccato il tema della pandemia: "In questi giorni ho ripercorso nel pensiero quello che insieme abbiamo vissuto in questi ultimi due anni: il tempo della pandemia che ha sconvolto il mondo e le nostre vite. Ci stringiamo ancora una volta attorno alle famiglie delle tante vittime: il loro lutto è stato, ed è, il lutto di tutta Italia".

"In queste ore in cui i contagi tornano a preoccupare e i livelli di guardia si alzano a causa delle varianti del virus - imprevedibili nelle mutevoli configurazioni - si avverte talvolta un senso di frustrazione. Non dobbiamo scoraggiarci. Si è fatto molto", ha proseguito il presidente.

"Dobbiamo ricordare, come patrimonio inestimabile di umanità, l'abnegazione dei medici, dei sanitari, dei volontari. Di chi si è impegnato per contrastare il virus. Di chi ha continuato a svolgere i suoi compiti nonostante il pericolo".

L’APPELLO PRO VAX – “Bisogna ricordare – ha evidenziato il Capo dello Stato – i meriti di chi, fidandosi della scienza e delle istituzioni, ha adottato le precauzioni raccomandate e ha scelto di vaccinarsi: la quasi totalità degli italiani, che voglio, ancora una volta, ringraziare per la maturità e per il senso di responsabilità dimostrati".

Poi un appello per le vaccinazioni: "La ricerca e la scienza ci hanno consegnato, molto prima di quanto si potesse sperare, questa opportunità. Sprecarla è anche un'offesa a chi non l'ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla. I vaccini hanno salvato tante migliaia di vite, hanno ridotto di molto - ripeto - la pericolosità della malattia".

"I vaccini sono stati, e sono, uno strumento prezioso, non perché garantiscano l'invulnerabilità ma perché rappresentano la difesa che consente di ridurre in misura decisiva danni e rischi, per sé e per gli altri. Ricordo la sensazione di impotenza e di disperazione che respiravamo nei primi mesi della pandemia di fronte alle scene drammatiche delle vittime del virus. Alle bare trasportate dai mezzi militari. Al lungo, necessario confinamento di tutti in casa. Alle scuole, agli uffici, ai negozi chiusi. Agli ospedali al collasso. Cosa avremmo dato, in quei giorni, per avere il vaccino?", si è chiesto e ha chiesto agli italiani il presidente.

GRAZIE AGLI ITALIANI – "La pandemia ha inferto ferite profonde" e "la crisi su scala globale ha causato povertà, esclusioni e perdite di lavoro", ha ricordato Mattarella. "Eppure - ha aggiunto - ci siamo rialzati. Grazie al comportamento responsabile degli italiani - anche se tra perduranti difficoltà che richiedono di mantenere adeguati livelli di sicurezza - ci siamo avviati sulla strada della ripartenza; con politiche di sostegno a chi era stato colpito dalla frenata dell'economia e della società e grazie al quadro di fiducia suscitato dai nuovi strumenti europei".

I MOMENTI BUI – Ancora, ha detto il presidente, “nel corso di questi anni la nostra Italia ha vissuto e subito altre gravi sofferenze. La minaccia del terrorismo internazionale di matrice islamista, che ha dolorosamente mietuto molte vittime tra i nostri connazionali all'estero. I gravi disastri per responsabilità umane, i terremoti, le alluvioni. I caduti, militari e civili, per il dovere. I tanti morti sul lavoro. Le donne vittime di violenza. Anche nei momenti più bui - ha proseguito - non mi sono mai sentito solo".

IL SUCCESSORE – Quindi Mattarella ha parlato del ruolo del presidente e, dunque, del suo successore: "In questi anni ho cercato di trasmettere un sentimento di fiducia e di gratitudine a chi era in prima linea. Ai sindaci e alle loro comunità. Ai presidenti di Regione, a quanti hanno incessantemente lavorato nei territori, accanto alle persone. Il volto reale di una Repubblica unita e solidale. È il patriottismo concretamente espresso nella vita della Repubblica".

"La Costituzione affida al Capo dello Stato il compito di rappresentare l'unità nazionale", ha continuato. “Questo compito - che ho cercato di assolvere con impegno - è stato facilitato dalla coscienza del legame, essenziale in democrazia, che esiste tra istituzioni e società; e che la nostra Costituzione disegna in modo così puntuale. Questo legame va continuamente rinsaldato dall'azione responsabile, dalla lealtà di chi si trova a svolgere pro-tempore un incarico pubblico, a tutti i livelli. Ma non potrebbe resistere senza il sostegno proveniente dai cittadini".

L’OMAGGIO A CARMINA – "Vorrei ricordare la commovente lettera del professor Pietro Carmina, vittima del recente, drammatico crollo di Ravanusa", ha sottolineato Mattarella. "Professore di filosofia e storia, andando in pensione due anni fa, aveva scritto ai suoi studenti: 'Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare…'".

"Faccio mie - con rispetto - queste parole di esortazione così efficaci, che manifestano anche la dedizione dei nostri docenti al loro compito educativo", ha aggiunto Mattarella.

MESSAGGIO AI GIOVANI  – Infine un messaggio alle nuove generazioni: "I giovani sono portatori della loro originalità, della loro libertà. Sono diversi da chi li ha preceduti. E chiedono che il testimone non venga negato alle loro mani. Alle nuove generazioni sento di dover dire: non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società".

SPERANZA – "Siamo pronti ad accogliere il nuovo anno, ed è un momento di speranza. Guardiamo avanti, sapendo che il destino dell'Italia dipende anche da ciascuno di noi. Tante volte abbiamo parlato di una nuova stagione dei doveri. Tante volte abbiamo sottolineato che dalle difficoltà si esce soltanto se ognuno accetta di fare fino in fondo la parte propria", ha concluso il presidente della Repubblica. 

(Unioneonline/l.f.)

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