Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato coinvolto nella cosiddetta "fabbrica di troll" con base in Russia che negli scorsi mesi ha generato migliaia di profili social fasulli pronti ad attaccare, o sostenere, i leader mondiali e modificare l'opinione pubblica dei Paesi occidentali.

Secondo un'inchiesta del Corriere della Sera, in Italia i troll si sono scatenati contro Mattarella a fine maggio, quando il Capo dello Stato aveva detto no a Paolo Savona come ministro dell'Economia per le sue posizioni sull'euro.

Era il 27 maggio e quel giorno, contro il Capo dello Stato, vennero creati 400 account con migliaia di tweet con hashtag #Mattarelladimettiti, a favore dell'impeachment suggerito da Luigi Di Maio.

Questo stando all'inchiesta portata avanti dal sito di statistica americano Five Thirthy Eight, che ha studiato quasi tre milioni di post su Twitter provenienti dagli account associati all'agenzia russa Internet Research Agency con sede a San Pietroburgo.

I file interessati dalla ricerca vanno dal febbraio 2012 a maggio 2018, seppur il picco di messaggi sia compreso fra il 2015 e il 2017.

Nulla lascia al momento pensare che in questa faccenda c'entrino i dirigenti italiani dei partiti in questione: dai documenti emersi non c'è nessun segno di eventuali richieste di aiuto a Mosca, mentre ci sono evidenti segnali della volontà dei troll di sostenere il populismo in Italia.

Lo scandalo ha coinvolto anche la campagna elettorale 2016 dell'attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sempre con lo stesso sistema di diffusione.

(Unioneonline/M)

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