«Per me è stato faticoso venire qua oggi, ho le mani a pezzi per le manette, mi procurano dolore ai polsi, la prossima udienza non ci sarò».

Lo ha detto, rivolto al giudice, Renato Vallanzasca, 72 anni ed ex protagonista della mala milanese degli anni '70 e '80, nell'aula della sesta sezione penale di Milano, presente per l'udienza, rinviata dopo pochi minuti per un impedimento del pm, scaturita dalla richiesta della Procura milanese di applicargli «l'isolamento diurno per ulteriori 6 mesi».

Procedimento, davanti al giudice Ilaria Simi De Burgis, che è stato rinviato a maggio.

Intanto, la sua difesa, coi legali Corrado Limentani e Paolo Muzzi, è pronta a depositare, a inizio della prossima settimana, una consulenza medico legale per segnalare problemi seri di salute, dal punto di vista fisico e mentale, e a chiedere al Tribunale di Sorveglianza di Milano per Vallanzasca il «differimento pena» con detenzione domiciliare in una struttura.

I giudici della Sorveglianza, dopo che avranno fissato un'udienza, potrebbero disporre una perizia sulle condizioni di salute, su richiesta della stessa difesa.

Già in un provvedimento dei giudici della Sorveglianza, con cui nei mesi scorsi era stata rigettata un'altra richiesta di liberazione condizionale e semilibertà, era scritto che Vallanzasca, che ha un "fine pena mai", «in particolare dal 2021 è un uomo provato», sia nel fisico che nella mente, «segnato ovviamente da circa 50 anni di carcere» e che a volte appare «un po' spaesato».

Per questo i legali avevano depositato già documentazione medica con valutazioni neurologiche. (Unioneonline/l.f.)

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