Lezioni al freddo, corsista finisce in ipotermia. Pochi giorni fa è toccato a una bimba di 10 anni
La donna è stata ricoverata, l’episodio in Ateneo. La stessa cosa è capitata a una bambina della scuola “Emanuela Loi”Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A Palermo due studentesse finite in ipotermia in pochi giorni, una a scuola e l’altra all’università.
Pochi giorni fa la prima vittima è stata una bambina di quinta della scuola elementare Emanuela Loi. La piccola, di dieci anni, ha cominciato a tremare e a sentire intorpidimento alle gambe. Soccorsa dal 118 è stata portata in ospedale.
La dirigente scolastica Rosaria Corona aveva già sollecitato dal marzo 2022 la riparazione dell'impianto di riscaldamento e ora teme la chiusura della scuola se non verrà ripristinato. L'impianto inutilizzabile mette «in grave pericolo la salute degli studenti e delle studentesse che in queste giornate invernali sono costretti a trascorrere ore a scuola con temperature non adeguate - aveva scritto - C'è il rischio, inoltre, che la costante fuoriuscita di acqua possa irrimediabilmente danneggiare le fondazioni dell'edificio».
Ieri invece è toccato a una donna che seguiva un corso di formazione all'università di Palermo e che si è sentita male a causa del freddo che c'era nell'aula, anche in questo caso, non riscaldata. Sul posto è intervenuta un’ambulanza del 118 che l'ha portata all’ospedale Civico.
La donna, con altre persone, stava seguendo una lezione del corso per insegnante di sostegno. Dopo l'intervento dei sanitari i corsisti hanno protestato e sono stati spostati in un altro edificio per proseguire le lezioni in una stanza riscaldata.
«Abbiamo avviato un'indagine interna per appurare quanto sia accaduto e per prendere le dovute e necessarie misure in merito a questa situazione incresciosa e inaccettabile - dice il direttore generale dell'Università degli Studi di Palermo, Roberto Agnello -. Stabiliremo tutti i livelli di responsabilità e la funzionalità degli spazi sarà ripristinata al più presto. Seguiamo con assoluta attenzione le condizioni di salute della corsista».
(Unioneonline/D)