La pandemia e la dad hanno fatto danni enormi sull'apprendimento dei ragazzi, soprattutto alle superiori. È il quadro che emerge dal Rapporto Invalsi, e che evidenzia che, in Italia, alle medie il 39% degli studenti non ha raggiunto risultati adeguati in italiano, con un dato che sale al 45% in matematica. Risultati ancora peggiori alle superiori, dove i due valori si spostano rispettivamente al 44% e al 51%.

E la Sardegna riesce a fare ancora peggio: nelle superiori dell’Isola il 53% degli studenti non raggiunge la soglia minima delle competenze in italiano, facendo segnare il dato peggiore dopo Campania e Calabria (64%), Puglia (59%), Sicilia (57%).

In matematica le percentuali di studenti sotto il livello minimo di competenza crescono ancora, con la Sardegna che registra un preoccupante 63%. E la situazione dell’inglese non è certo migliore, con un 63% di studenti sotto la soglia di preparazione nell’Isola per la lettura e addirittura un 71% per quanto riguarda l’ascolto.

In tutte le materie, in generale, a livello di Paese le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli. Inoltre, tra questi ultimi diminuisce di più la quota di studenti con risultati più elevati. Si riduce quindi l'effetto perequativo della scuola sugli studenti che ottengono risultati buoni o molto buoni, nonostante provengano da un ambiente non favorevole (i cosiddetti resilienti). I divari territoriali tendono ad ampliarsi. 

DISPERSIONE SCOLASTICA – Notizie negative anche in termini di dispersione scolastica: se nel 2019 la dispersione scolastica implicita – e cioè il numero di giovani che ottengono il diploma ma con competenze al massimo pari a quelle del primo biennio della scuola secondaria di secondo grado – si attestava al 7%, la percentuale raggiunge ora il 9,5% con il dato della Sardegna pari al 15,2%.

In crescita considerevole anche il numero di dispersi espliciti, e cioè coloro che hanno abbandonato la scuola prima del diploma.

POVERTA’ EDUCATIVA – "Dell'incremento della povertà educativa, non solo la scuola deve farsi carico - ha messo in guardia la presidente dell'Invalsi Annamaria Ajello - la scuola, da sola, rischia di non farcela. Molti possono essere promossi ma poi non hanno acquisizioni salde: il problema è drammatico, bisogna puntare a competenze salde, non accontentarsi dell''infarinatura o di essere riusciti a non perdere l'anno”.

(Unioneonline/v.l.)

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