Un lavoro durato quattro mesi, il tutto nel massimo segreto, tanto che neanche il marito sapeva il motivo del suo grande impegno.

La modenese Sara Crimi è una delle traduttrici – insieme a Manuela Faimali, Valeria Gorla e Laura Tasso – di “Spare”, il libro del principe Harry, uscito ieri. In un’intervista rilasciata a Repubblica ha raccontato i retroscena di questa esperienza lavorativa, particolare e insolita. 

«Avevo tre password anche per cambiare una parola sola – ha detto –. In Mondadori fino a ieri nemmeno l'ufficio stampa aveva il permesso di leggerlo. La traduzione è stata un lavoro di gruppo, perché i tempi e le attenzioni erano tali che sarebbe stato impossibile per un solo traduttore. Ci abbiamo lavorato da settembre e quando è morta la regina ci è stato detto di fermarci. Poi sono arrivati i capitoli modificati».

E sull’idea che si è fatta sul principe Harry, Crimi non ha dubbi: «Non può non colpire la storia di questo bambino che a 12 anni perde la mamma e non può piangere in pubblico. Senza risparmiarsi nulla, è molto critico anche nei confronti di sé stesso, confessa il suo rapporto con le droghe. E dopo quanto abbiamo visto in questi anni della monarchia inglese c'è da crederci. E da rivalutare le nostre vite di comuni mortali».

(Unioneonline/v.f.)

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