Un femminicidio che si poteva evitare, quello di Vanessa Ballan, ma la valutazione di «non urgenza» fatta dai magistrati si è «purtroppo rivelata infondata», osserva lo stesso procuratore della Repubblica di Treviso Marco Martani.

C’era stata una denuncia, c’erano stati evidenti tentativi di minacce e molestie, ci fu anche un tentativo di irruzione nella casa della vittima. Oggi ci troviamo invece di fronte al femminicidio numero 109 del 2023 in Italia, e ci si interroga nuovamente su quanto possano fare le leggi contro questa piaga.

La relazione tra Vanessa e Bujar Fandaj è nata nel 2022, si erano conosciuti nel supermercato in cui lei lavorava. Tutto è finito a giugno, almeno nelle intenzioni di Vanessa, perché allora sono cominciate le pretese e le minacce del kosovaro, che ha promesso di diffondere le immagini di loro due. Minacce che la giovane donna ha cercato di nascondere al suo compagno, Nicola, cancellando anche i messaggi ricevuti.

Lui però lo ha saputo, l’ha sostenuta e aiutata a presentare denuncia, lo scorso 26 ottobre.

«Le denunce da codice rosso - spiega Martani - vengono trattate dal magistrato di turno, che poi passa il fascicolo al magistrato del gruppo fasce deboli. In quel caso, nel giro di un giorno era stata fatta la perquisizione e passato il fascicolo al magistrato competente, il quale non aveva ritenuto ci fossero gli elementi per la richiesta di una misura cautelare, ma aveva deciso di approfondire le indagini chiedendo i tabulati del telefono. L'unica misura che avrebbe potuto impedire l'aggressione sarebbe stato il carcere, un provvedimento per il quale non vi erano oggettivamente elementi sufficienti. Quindi la valutazione fatta era di non urgenza, cosa purtroppo che si è rivelata infondata».

Il caso, insomma, è stato sottovalutato. E nel frattempo Bujar stava pianificando il delitto, che a giudizio di chi indaga è premeditato. Pochi giorni prima aveva provato a scavalcare la recinzione di casa della donna, aveva comprato una sim nuova. I coltelli li aveva in casa, il martello lo usava per lavoro, le armi del delitto. Ha preso la bici per passare inosservato e ha colpito.

Secondo femminicidio in un mese in Veneto, tanto che il presidente Luca Zaia sottolinea la necessità di «metter mano alla legge che stabilisce il codice rosso, perché la tempestività è fondamentale».

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata