La curva non scende, e l'epidemia di Covid-19 in Italia continua a staionare su un altopiano, ormai da più di tre settimane in alcune regioni. Solo in Lombardia si intravede una discesa.

Sono gli indici di una situazione che il fisico Federico Ricci Tersenghi, dell'Università La Sapienza di Roma, giudica "abbastanza invariata".

Alcuni dati odierni, in apparenza positivi, sono "poco significativi perché seguono l'andamento dei tamponi, che nei giorni di Pasqua si sono ridotti". L'unico trend davvero positivo riguarda guariti, ricoveri e terapie intensive, "segnali di un allentamento della pressione sul Servizio sanitario nazionale".

Si osserva una decrescita soltanto in Lombardia, oltre a un leggerissimo calo in Emilia Romagna e Marche: "Una flessione molto piccola, ma sufficiente per dire che queste regioni non solo sul plateau", osserva l'esperto.

Diversa, osserva Ricci Tersenghi, la situazione in altre regioni con numeri importanti come Veneto, Piemonte, Liguria e Toscana: "Da 25 giorni continuano ad avere un numero costante di decessi giornalieri. Il Piemonte ad esempio si è attestato da due-tre settimane sulla media di 70 morti al giorno. In Veneto 30, in Liguria 20 e in Toscana poco meno di 20".

Uno scenario complessivo "nel quale i valori non decrescono, compatibile con i modelli matematici che descrivono situazioni in cui l'indice di contagio R è uguale a 1, in cui ogni individuo che ha un'infezione può contagiarne un altro".

LE CONCLUSIONI - Quanto emerge è presto spiegato, il lockdown dell'11 marzo ha avuto effetti importanti, ma non quelli che ci si aspettava, "ha prodotto una situazione stazionaria e non di forte decrescita". I motivi? Potrebbero essere molteplici, "dai contagi avvenuti in famiglia e tra le mura di casa fino a quelli originati da alcuni focolai, come è avvenuto in alcune residenze per anziani e in alcuni ospedali". Situazioni, queste, "che hanno tenuto alti i numeri attivi, che invece sarebbero dovuti diminuire".

A breve però dovremmo vedere gli effetti del lockdown del 23 marzo: "Siamo ormai a 22 giorni dal provvedimento che ha deciso la chiusura di molte attività produttive, e quella in arrivo si annuncia come una settimana chiave: se vedremo che i numeri andranno giù nettamente, allora potremo tirare un sospiro di sollievo".

Bisognerà poi aspettare altre due settimane per vedere le conseguenze del weekend di Pasqua.

E in vista della fase 2, il fisico avverte: "Tamponi e test sierologici saranno indispensabili, è fondamentale identificare tempestivamente le persone per fermare l'epidemia, altrimenti non si riuscirà a bloccarla".

(Unioneonline/L)
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