Fermo a otto per il momento il bilancio delle vittime accertate a Ischia dopo che sabato una colata di fango, causata dalle intense piogge della notte, ha travolto il comune di Casamicciola.

Questa mattina è stata individuata l'area in cui potrebbero trovarsi Gianluca Monti e la moglie Valentina, i genitori dei tre fratelli (di 15, 11 e 6 anni) già trovati morti.

I coniugi Monti però non sono ancora stati recuperati, così come restano disperse altre due persone: non è un lavoro facile per i soccorritori, circa 160 vigili del fuoco con 70 mezzi giunti da Campania, Lazio, Toscana, Abruzzo, Puglia, Molise. I resti di auto e autobus schiacciati dal violento smottamento e dalla frana sono ovunque, mentre le pale cercano ancora di liberare l'accesso a case, auto e negozi. I sommozzatori operano con un sonar per scandagliare i fondali nello specchio di mare in prossimità del porto.

LE PEC IGNORATE – Fragilità dei territori, cambiamento climatico, eventi atmosferici estremi, scarsa manutenzione e abusivismo edilizio il mix di cause che ha provocato la tragedia. L'ex sindaco di Casamicciola, l’ingegnere Giuseppe Conte, ne aveva parlato il 22 novembre al prefetto di Napoli, al commissario prefettizio di Casamicciola, al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi e alla protezione civile della Campania. Lo aveva fatto con alcune Pec, nelle quali aveva invitato le autorità a evacuare la popolazione per i rischi che potevano provocare le abbondanti precipitazioni previste, a cui nessuno avrebbe mai risposto. Allarmi inascoltati su cui indaga la Procura di Napoli.

«Purtroppo il rischio di questi fenomeni nella zona ischitana è elevatissimo - dice oggi Lorenzo Benedetto, presidente del Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi - l’ultimo evento in ordine di tempo si è verificato nel 2009, e i dati del rapporto Ispra del 2021 indicano per Casamicciola che circa il 60% del territorio e il 30% della popolazione sono esposti ad un rischio elevato».

Non solo condoni edilizi, in Italia negli ultimi 50 anni è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) a causa dell’abbandono e della cementificazione. La conseguenza? La riduzione della capacità di assorbimento della pioggia con tutte le conseguenze connesse. Secondo l'Ispra, l'8,7% del territorio italiano è a rischio elevato o molto elevato di frane e il 10% si trova in zone dall'elevata pericolosità idraulica. Il che significa che oltre 1,3 milioni di italiani vivono in zone non sicure. 

(Unioneonline/D)

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