È stato respinto il ricorso di Lavinia Flavia Cassaro, l'insegnante di scuola primaria che lo scorso anno insultò le forze dell'ordine durante il corteo antifascista organizzato contro Casapound a Torino e per la quale fu proposto il licenziamento dall'Ufficio scolastico regionale del Piemonte per la "grave condotta".

La maestra, indagata dalla procura per istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce, durante il corteo venne ripresa dalle telecamere mentre insultava le forze dell'ordine gridando: "Vigliacchi, dovete morire, fascisti".

Poi cercò di difendersi, spiegando di non voler augurare la morte ai singoli agenti "ma all'apparato che difende il fascismo".

Per l'Ufficio scolastico, che ha chiesto il licenziamento, ''la condotta tenuta dalla docente, seppure non avvenuta all'interno dell'istituzione scolastica, contrasta in maniera evidente con i doveri inerenti la funzione educativa e arreca grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all'immagine stessa della pubblica amministrazione''.

Lei ha presentato al Giudice del Tribunale di Torino, Mauro Mollo, che non solo lo ha respinto ma ha anche condannato la maestra al pagamento delle spese. Il sistema scolastico, ha rilevato il giudice, rappresenta un "mezzo per promuovere 'la crescita della persona in tutte le sue dimensioni', improntato nel rispetto dell'ordinamento. Sarebbe quindi evidente il contrasto tra le finalità educative e il ruolo dell'insegnante e l'atteggiamento incontrollato e offensivo nei confronti delle forze dell'ordine" tenuto dall'insegnante.

Inoltre, rileva il Giudice, "i docenti hanno compiti non solo legati all'istruzione dei bambini e dei ragazzi, ma anche educativi" e, "per i docenti di scuola primaria, i compiti educativi sono ancora più marcati rispetto ai colleghi degli altri gradi scolastici: hanno a che fare con bambini che non hanno sviluppato un senso critico e sono quindi portati ad 'assorbire' tutto ciò che viene trasmesso loro dall'insegnante, pertanto, un comportamento che violi le regole di civile convivenza e diffonda un senso disprezzo per lo Stato e i suoi comportamenti, tenuto dalla persona che dovrebbe essere modello di comportamento è ancora più grave".

(Unioneonline/D)
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